03/11/2009

Seahorse recupera una vecchia versione del blog rinnovata nei contenuti in una veste grafica che man mano si riandrà a delineare...Il sito conterrà nuovamente dopo un lungo periodo la pagina shop ove potrete acquistare tutti i Cd pubblicati sin'ora dalla
label. Buona visione!

03/11/2009


SEAHORSE RECORDINGS

www.seahorserecordings.com

www.myspace.com/seahorserecordings

A&R | GENERAL LABEL ENQUIRIES | COMMERCIAL

PAOLO MESSERE
+39 338 27 18 564 / +39 081 866 49 31
info@seahorserecordings.com


Seahorse Recordings

Piazza della Costituzione 27

52044 Mercatale di Cortona(AR)

MOBILE:3382718564

--------------------------------------------------------------------------
LEGAL ADVISER ::
AVV. DARIO BOSCO
+39 347/6651266
--------------------------------------------------------------------------
PRESS OFFICE :: LUNATIK

info@lunatik.it
--------------------------------------------------------------------------
MUSICAL EDITIONS :: FRIDGE ITALIA SRL
www.fridge.it

NUOVE USCITE 2009/2010

--------------------------------------------------------------------------

21/10 goose

21/01 The Brilliants at Breakfast//Seven Years Ago
21/02 The Gosh/Entourage

21/03 Froben/John Doe

21/04 Red Room Dreamers/Miavagadilania

21/06 Kinea

21/09 nihil est

21/10 Marlowe

21/01/2011 Ananda


Italian Version

La Seahorse Recordings è una delle più rappresentative etichette discografiche indipendenti italiane che ha lo scopo di lanciare o talvolta rilanciare le proposte più interessanti (cantautoriali, orchestrali, band) delle scene new folk, post rock, alternative e indie continentali e non. Fondata nel Gennaio 2002, la S.R. si è proposta da subito come centro propulsore della scena musicale italiana grazie al Seahorse Studio, confortevolissimo studio di registrazione situato nella bucolica Mercatale di Cortona (AR) , lontano dai rumori e dal traffico cittadino, immerso nella natura ad una decina di chilometri metri dallo splendido Lago Trasimeno. La linea della Seahorse Recordings è quella di offrire ai musicisti non solo una vasta e moderna tecnologia musicale abbinata all'esperienza e alla professionalità dei suoi collaboratori, ma anche un ampio contorno extra-musicale che consenta ai musicisti di sentirsi rilassati e mai spaesati all'interno della struttura e, più in generale, della città. Per questo ai musicisti viene consentito di soggiornare lungo tutta la durata della lavorazione all’interno della struttura stessa, oltre a tutta una serie di agevolazioni legate al trasporto, al cibo e tant'altro. Musicalmente, la Seahorse non ha interesse a collaborare con musicisti che non rientrino nelle linee musicali ma anche e soprattutto d'intenti e di concezione musicale, visto che l'etichetta segue assiduamente i musicisti con cui viene in contatto prima, durante e dopo il rapporto lavorativo. E' per questo che negli anni l'etichetta è riuscita a produrre lavori di gruppi diversissimi tra loro nell'ambito della scena italiana, europea e statunitense tra cui si segnalano:

Blessed Child Opera, Silken Barb, Ulan Bator,Moopo, Kiddycar,El-Ghor,Brown And The Leaves,Froben,Maisie,Stella Diana ,Gosh,Unmade Bed,Murnau,Drunken Butterfly,Jennys Joke,Abulico,Tv Lumière,Vivianne Viveur,MaxPetrolio,Melomane,Goose,Deny,Anewdamage, johndoe,Kinea,Nico Greco,Miavagadilania,!Golemmingsgo!,Vlor...ecc...ecc...

Blessed Child Opera

Blessed Child Opera










nasce dalla volontà di Paolo Messere, già cantante chitarrista della noise band Silken
Barb
, il cui primo disco ufficiale, viene prodotto dalla Free Land Records di Catania e distribuito dalla Wide di Pisa. Il gruppo si scioglie nel 2000 dopo aver ottenuto un importante riconosci-mento nel libro “Post Rock” di Eddy Cilia e Stefano Isidoro Bianchi. Successivamente, Paolo Messere diventa chitarrista-tastierista della famosa band francese “Ulan Bator”, con cui suona nei tre tour di promozione dell’album “Ego Echo”. Dopo queste importanti esperienze, sceglie di formare i Blessed Child Opera, ispirandosi alla canzone d’autore d’oltreoceano. Dopo pochi mesi dalla loro formazione, i B.C.O. realizzano il loro primo s/t album sotto la supervisione artistica di Amaury Cambuzat degli UB. L’album esce dopo poco tempo in America per la LOUD DUST RECORDINGS/BMI e riceve consensi entusiastici - le recensioni parlano di post folk - ed altri importanti riconoscimenti da parte della stampa specializzata italiana, come l’intervista su “Rumore”, febbraio 2001. Notevole è anche l’attività live dei B.C.O. su tutto il territorio nazionale. Tra le varie esibizioni, l’apertura dei concerti dei Sodastream, dei Calla e dei Perturbazione. Durante il 2003 i B.C.O. maturano un cambio di formazione caratterizzato da una line up più tradizionalmente rock – 2 chitarre, basso e batteria – che vede coinvolti Paolo Messere (chitarra e voce), Enzo Onorato (chitarre), Raffaele Di Somma (basso), ex Silken Barb, Claudio Marino (batteria) dei 99 Posse, Bisca, E’ Zezi.Nel Novembre 2004 esce finalmente “Looking After The Child” secondo album per la band e il risultato è straordinario. Nell’album sono presenti ospiti di rilievo che provengono dall’entourage della musica classico-contemporanea: Marco Pezzenati – primo percussionista –Giovanni Giugliano- contrabbasista- Fabio Centurioni – violoncellista – tutti facenti parte dell’Orchestra del Teatro S.Carlo di Napoli, e il soprano Carmen D’Onofrio (ex cantante degli Argine).
Ecco ciò che la stampa specializzata ha espresso su L.H.T.C.: Cercate Looking After... e poi domandatevi: quanti album migliori avete ascoltato nell'ultimo periodo in quest'area? Un'area che è poi quella della più scura canzone d'autore americana: Black Heart Procession, Sophia, ma soprattutto i Red House Painters più acustici di Ocean Beach. I B.C.O. vengono da Napoli: li guida Paolo Messere (ex Ulan Bator e Silken Barb). Il loro debutto uscì qualche anno fa in tutta Europa, una faccenda alla Will Oldham. Bissano ora con la neonata e concittadina etichetta Seahorse ed è una partenza col botto. Il gruppo ha compiuto passi da gigante: un disco suonato benissimo, dove soprattutto il suono delle chitarre non teme confronti coi paragoni più illustri (i Radiohead di OK Computer). Cercatelo, perché sono dischi così che aiutano chi li pubblica e la scena che gli sta intorno. 4 su 5 solo perché il prossimo album potrebbe essere un capolavoro assoluto. Rossano Lo Mele, Rumore
E siamo ai tempi attuali; dopo un ulteriore cambio di formazione che vede l’ingresso di Davide Fusco alla batteria, (Trees, Sleepless, Idiot Boy) già presente nel tour promozionale di Looking After The Child, Francesco Candia (Trees) alla chitarra e Michele Santoro (RUA) al basso, la band si prepara alla realizzazione del terzo album che vedrà la luce nel Settembre 2006. Il quartetto nel frattempo si allena esibendosi in live di preparazione al tour effettivo che si realizzerà a ridosso dell’uscito del disco. Nel frattempo è da annoverare la presenza dei B.C.O. in due compilation significative dello stato attuale della scena indie italiana. La prima caratterizzata da song dove bambini tra i 6 ei 12 anni interpretano vocalmente le canzoni dei grandi, è lo “zecchino d’oro dell’underground” licenziata dalla Snowdonia. Il brano in questione è la ” Danza dell’orso”. La seconda è “Song for another word” coproduzione Urtovox/Awfull Bliss. E’ una compilation doppia, che prevede lo scontro/incontro tra il songwriting canadese con quello Italiano. Il terzo album dei B.C.O. seguirà le orme del precedente, con un taglio forse più accessibile al vasto pubblico ma con un attenzione febbrile alla qualità. Ancora più presenti e con sorprese, saranno le collaborazioni con i musicisti di quell’area classico / contemporanea di cui si è parlato in precedenza.. Happy Ark il titolo dello stesso, ha confermato il valore della creatura B.C.O. Rinnovati nella formazione, i Blessed Child Opera proseguono il loro viaggio seguendo, almeno in parte, la stessa strada tracciata col precedente lavoro. Nuovamente alle prese con un pop raffinatissimo e un po' demodé cantato in inglese, con emozionanti ballate e lontani echi new-wave, rispetto al vecchio album sono scomparsi i passaggi blueseggianti e quelle deliziose divagazioni country (sono rimasti solo timidi accenni), mentre si sono aggiunte piccole dosi di elettronica, ben centellinate. E soprattutto sono ancora presenti quelle venature malinconiche – arricchite da un ancora maggiore utilizzo di archi – che ci avevano fatto innamorare di "Looking After The Child" e che sono il punto di forza della musica dei Blessed Child Opera, capaci di sedurre e avvolgere l'ascoltatore come una calda coperta in inverno. Ecco ciò che la stampa specializzata ha espresso
su Happy Ark:
E se una band riesce a sfornare due dischi come "Looking After The Child" e "Happy Ark", allora vuol dire che c'è stoffa. Insomma, davvero un grande ritorno per i Blessed Child Opera, progetto che si conferma una spanna sopra rispetto alla maggior parte delle band italiane.(Music Boom)

…..Ignoreremo dunque lo stupore dunque anche di fronte a "Happy Ark", l'opera ultima dei napoletani Blessed Child Opera, anche se la meraviglia rimane di fronte a 10 canzoni cariche di tensione in continua, vibrante crescita(MTV)

……E' invece dell'unico aspetto che conta davvero quando si ha a che fare con un disco che ci vorremmo occupare in questa sede, la musica, anche perché quella di Happy Ark, credetemi, lascia davvero a bocca aperta….


ENGLISH

This Neapolitan indie rock-folk opus came to life when, on a sunny day in October '99, Paolo Messere picked up the phone and called every single innovative musician who might follow him into a hard, dreamlike, new experience where the first chords of the project would be born by accident. Paolo is no stranger to experimentation. In 1999, his previous group, Silken Barb, one of the most acclaimed Neapolitan bands, produced its first CD under the label Freeland. (The group appears in the highly-publicized book Post Rock by E. Cilia and S.I. Bianchi.) In 2000, Paolo created the first Blessed Child Opera CD, released only in Europe, as a mainly 'post folk-rock' enterprise born out of his renewed interest in traditional American songwriting. Also that year, he had the pleasure to meet Amaury Cambuzat, leader of the well-known French band Ulan Bator, and joined them improvising guitar, keyboards, and background vocals during the Ego Echo album tours. This led to their further collaboration in 2002 with Amaury as the dynamic supervisor for the first Blessed Child Opera CD released in the United States under the American label Loud Dust Recordings. Amaury's contribution to the project lent a unique atmosphere of good will and creative fun. Today, thanks to the release of this album, Blessed Child Opera is receiving great reviews from Italian and American magazines and has also had the pleasure to play various concerts alongside Sodastream, Calla and Perturbazione.

The band members are:
Paolo Messere: lead vocals, acoustic & electric guitars
Francesco Candia: guitar & keyboards (formerly of Trees, Candya)
Michele Santoro: bass (formerly of R.U.A.)
Davide Fusco: drums (formerly of Trees, Sleepless, Idiot Boy, Candya)

Many guests from classical and contemporary music also appear in the new album: Carmen D’Onofrio, soprano, (formerly singer of Argine); Marco Pezzenati, first percussionist, Giovanni Giugliano, double-bass player and Fabio Centurioni, cellist, all three from the Teatro San Carlo Orchestra of Naples. The new line up of Blessed Child Opera has changed a good deal during 2005 and their music is now more aligned with classic notions of rock than previously. Not easy to describe, the media have labelled Blessed Child Opera as "the Italian representatives of the new acoustic scene", intimate and relaxing at first, but much more intense and direct than their earlier productions. All tracks were recorded in Naples but written in English, no need to explain why. Third album will be released in September 2006 through Delta/CNI. The band is now recording the album at the Seahorse Recording Studio in Naples. Additional musician from the Teatro San Carlo Orchestra of Naples will enrich the sound of B.C.O.



































Blessed Child Opera
"S/T " Seahorse 2001
Blessed Child Opera
"Looking After The Child" Seahorse 2004
Blessed Child Opera "
Happy Ark" Delta/Cni 2006
Blessed Child Opera "SoldiersAnd Faith" Seahorse 2008


Reviews:


******************* Soldiers And Faith *******************

LOST HIGHWAYS
“Senza esitare tra le migliori uscite di questo fine anno” leggi tutto

FUORI DAL MUCCHIO
“Sempre più eclettici, qui si vola davvero molto in alto“ leggi tutto

BLOW UP
“I BCO si dimostrano fin dal titolo musicisti intensi. Le corde di chitarre elettriche e acustiche, insieme a trucchi e effetti sonori piacevolmente variegati (un campanello, uno scricchiolio) disegnano ballate avvolgenti e cupe... Le canzoni, o meglio le melodie, sono ben scritte ma è il suono a catturare lo spettatore e a rendere l'album qualcosa di più del solito disco italico... canzone d'autore rock e tesa “

JAM
“Intenso, evocativo e raffinato con improvvise cavalcate sonore oscure “

RUMORE
“Dei BCO impressiona soprattutto l'eleganza notturna, la scura grazia con cui folk e wave, acustico ed elettrico,duellano per poi unirsi senza alcuna forzatura. L'autunno perenne degli Early Day Miners ("Summer Waits"), la bellissima "Christ is on the Wall", lo spleen dorato dei Red House Painters ("A Couple of Smiles"), l'immancabile Drake ("Soldiers and Faith"), e l'ombra degli Interpol ("Do You Believe in Love?"), mostrano una band che si specchia senza eccessivo compiacimento nel proprio talento e che sfoggia notevoli capacità nel confrontarsi e rielaborare con la necessaria personalità modelli tanto ingombranti“

ROCKERILLA
“Non è mai stato agevole collocare un disco dei BCO in un preciso quadro di riferimento... Poco male: non sarà la plausibilità di una definizione in calce a "Soldiers and Faith" a segnalarlo tra le migliori uscite indipendenti italiane dell'anno quanto piuttosto la 'sofisticata naturalezza' della musica che vi contiene... un suono in magistrale equilibrio tra poesia folk-rock e visionarietà psichedelica. Attitudine e memoria - i migliori Rain Parade - davanti alle quali vien da fare tanto di cappello“

ROCKSHOCK
“Sarebbe davvero un delitto perdersi questo grandissimo cd” leggi tutto

GUFETTO
“Nulla da invidiare ai grandi del panorama internazionale“ leggi tutto

SENTIREASCOLTARE
“la loro poetica e classe si contraddistingue da anni”

AUDIODROME
“Tra impennate di impeto post-punk e stasi di febbrile amore danno vita al loro miglior disco” leggi tutto

ONDA ALTERNATIVA
“Pura poesia, un ponte ideale tra Swans e Radiohead“ leggi tutto

MUSICBOOM
”Post rock e dark wave convivono ottimamente gomito a gomito“

ROCKIT
“Questo album crea una sintonia meteoropatica con il mondo“

ROCKSTAR
“Lo spirito di Jan Curtis aleggia su questo disco dei B.C.O.“

ONDA ROCK
“La caratteristica principale delle canzoni dei BCO continua ad essere una grintosa vena psichedelica" leggi tutto

MTV.IT
“Un disco davvero elegante e dal respiro internazionale”

LIVEROCK
“Difficile ripetersi ad alti livelli ma i BCO ci sono riusciti”

LEFT
“Sempre più un punto di riferimento per la scena indie folk rock europea”

C.INTERNA
“Vigorosi e romantici, sprazzi di Television, Piano Magic, Sophia”

ROCKSOUND
“Capaci di reggere il confronto con molte produzioni europee”

THE SHIP MAGAZINE
“Una band originale, creativa e con uno stile unico”

SONICBANDS
“Tutte le loro composizioni hanno un sapore magico”

IL MANIFESTO
“I BCO sono merce rara nel mercato discografico nazionale”

L'ISOLA CHE NON C'ERA
“Cantori di spazi desolati e del disagio giovanile”

INDIEZONE
“Soldiers and Faith è un disco di grandissimo spessore”

BABYLONBUS
“Questa band ha un potenziale davvero notevole”


MESCALINA
“ brillano decisamente piu’ di altri nell’infinito panorama indie”


COOLCLUB
“Il gruppo partenopeo conferma con questo lavoro una maturita’ di band in senso assoluto"


IN YOUR EYE EZINE
“La bravura nel fondere new wave con approcci post-rock è davvero notevole"


IN RIVOLUZIONE
“Questo disco trasuda sincerità ed emozioni a non finire"


ROCK IT
“Maestria, partiture impeccabili e raffinati arrangiamenti"






******************* HAPPY ARK *******************


KDCOBAIN
“La risposta italiana ai Bark Psychosis”


MTV
“Nonostante gli sforzi,lo stupore di fronte a qualcosa di cosi’ bello si trattiene a stento“


BLOW UP
“Canzoni di ottima fattura che si fanno ricordare ed amare senza alcuno sforzo “


LOSING TODAY
“Basta una volta tanto aprire le orecchie senza puzze sotto il naso “


MUSICBOOM
“Capaci di sedurre e avvolgere l'ascoltatore come una calda coperta in inverno“


ROCKERILLA
“Queste canzoni appartengono ai B.C.O e soltanto a loro“


RADIOCOOP
“Destinato a stazionare nelle parti alte delle migliori opere italiane dell’anno”


IL MUCCHIO SELVAGGIO
“Ideale sintesi di profondita’,ispirazione ed estetica“


SENTIREASCOLTARE
“Questo disco,credetemi,lascia davvero a bocca aperta”


RUMORE
“Un disco che riserva al sentimento le sue risorse come in una giornata autunnale”


OFFICINA BUENAVENTURA
“I Blessed Child Opera sono davvero un mondo a parte“


EXTRA MUSIC MAGAZINE
”Una delle piu’ interessanti band nel panorama indie italiano“


ROCK SHOCK
“Ancora una volta dimostrano talento da vendere “


ULTRASONICA
“Sonorita’ soffuse ed intimiste che coinvolgono dal punto di vista emotivo“


INDIEPOP
“Questo disco avvolge come in un incantesimo regressivo”


NEWS SPETTACOLO
“Spunti di classe faranno gioire gli inguaribili romantici”


CAMPANIAIMPRESAMUSICA
“Un disco che regala una serie di momenti decisamente lirici”


FREAKOUT
“Un disco in perfetto stile Blessed ,decisamente di un livello superiore”


KATHODIK
“Una realta’ affascinante della musica alternativa italiana”


JAM
“Equilibrio ed emozione appena sussurrata: coinvolgente!”


BUSCADERO
“Una musica lirica e drammatica”


ROCKSOUND
“Una caratura emotiva non comune”


DNA MUSIC
“Consapevole di sentimenti intensi e difficilmente descrivibili”


KRONIC
“Qualcosa piu’ del semplice culto per pochi”


DIRADIO
“Uno spessore musicale non indifferente”


ONDA ROCK
“Nulla da invidiare a nessuno, meriterebbero una degna attenzione”


MESCALINA
“ brillano decisamente piu’ di altri nell’infinito panorama indie”


COOLCLUB
“Il gruppo partenopeo conferma con questo lavoro una maturita’ di band in senso assoluto"


IN YOUR EYE EZINE
“La bravura nel fondere new wave con approcci post-rock è davvero notevole"


IN RIVOLUZIONE
“Questo disco trasuda sincerità ed emozioni a non finire"


ROCK IT
“Maestria, partiture impeccabili e raffinati arrangiamenti"

Stella Diana
















Gli Stella Diana nascono nel Marzo del 1998 da un idea di Dario Torre e Giacomo Salzano. Già dopo due mesi, registrano su cassetta, con l'ausilio di una drum machine, la loro prima demo, contenente quattro brani. Dopo un anno di concerti nella zona di Napoli, tra i quali spicca quello di supporto ai Karate nel 1999, gli Stella Diana registrano nel 2000 una nuova demo che ottiene una buona recensione anche sul portale Rock it, dove vengono definiti gli Arab Strap italiani. Con l'aiuto, nel 2002, di un nuovo chitarrista, Raffaele Bocchetti, il sound diviene più compatto e solido. E' dello stesso anno l'apparizione in tv, su Rai tre, al programma GAP di Rai educational in onda il giovedì notte. Nel luglio del 2005 suonano al Six Days Sonic Madness a G. Sanframondi, importante rassegna indie del sud Italia. L'incontro con il giovane batterista Massimo del Pezzo nel settembre del 2005, dona al gruppo un nuovo senso di coesione musicale ed artistico, permettendo esibizioni live più serene e di notevole spessore. Nello stesso anno si concludono le registrazioni del primo promo arricchito da un robusto sostegno live fatto di numerosi concerti, collaborazioni extra quali colonne sonore per corti e accompagnamenti musicali a diverse personali di giovani fotografi. Nel marzo del 2007 una serie di concerti in Spagna, con grande riscontro di pubblico, ha dato nuova visibilità e nuovi stimoli. Nell'aprile 2007 gli stella diana firmano con la Seahorse recordings affermata etichetta napoletana conosciuta in tutto il panorama indie nazionale. Il 15 pubblicano per Seahorse recordings distribuzione Goodfellas "Supporto colore" primo vero debutto su territorio nazionale già ottimamente recensito dalle maggiori riviste del settore e sul web........


www.stelladiana.com
www.myspace.com/stelladiana








Stella Diana "Supporto Colore" Seahorse 2007

reviews:

..........................."Supporto Colore".......................

MUCCHI SELVAGGIO
“Supporto colore” è un disco maturo, registrato con l’adeguato dispiegamento di mezzi e una lucidità d’insieme che porta a dare forma ad un suono d’impatto, nitido e corposo.

LOST HIGHWAYS
Dieci brani pop intelligenti, melodici, raffinati, compiuti, emotivi: è quello che in questo disco vi capiterà di ascoltare, senza strafare, senza velleità particolari, ma con umiltà e gusto gli Stella Diana firmano davvero un buon esordio

ROCKERILLA
Talento notevole

ROCKLINE
Non v'è dubbio, dopo l'ascolto di Supporto Colore, che la band in questione possa essere considerata a ragione come uno dei riferimenti della corrente Indie della nostra nazione

ONDALTERNATIVA
Con “Supporto Colore” i napoletani si dimostrano uno dei gruppi più interessanti sulla scena musicale emergente e, in attesa di ulteriori notizie, possiamo promuoverli a pieni voti.

KDCOBAIN
Dense strutture musicali che combaciano ed avvolgono perfettamente i testi ampliandone il proprio significando ed esaltandone al massimo ogni emozione che scaturisce da ogni riverbero possibile. Sicuramente da tener d'occhio.

ROCKSHOCK
Poesia musicale e sussurri a fil di voce nel primo Cd di una delle più interessanti band dell’indie rock italiano...

VIDEO!

http://www.youtube.com/watch?v=_zEI1LrFf5Q

www.stelladiana.com
www.myspace.com/stelladiana

Kiddycar

Fish of April
















BIOGRAPHY
Viveur Vivianne’s life begins in November of 2000 in Italy, born of a natural artistic feeling among three unusual musicians. Their musical production begins with a wide series of improvisations which go beyond any attempt to frame them in a special musical genre. This alienor beginning lasts about nine very intense months, which deeply change the artistic vision of the trio.The first Ep released by the band is "Dominique paints only in china", that includes 6 songs, and expresses their intense musical search accomplished in that period, with a sound always in the balance between solar melodies and dark falls down into obscure atmospheres.

VIVIANNE VIVEUR BIOGRAFIA

Vivianne Viveur (Vienne: voce e basso, Chicco Aurigemma chitarre, L.J. Nefasto batteria) nasce nel 2000 ed è stabile a Londra dal 2001.
Il gruppo propone un rock noir sperimentale con forti venature romantiche.
Tra il 2002 ed il 2004, con al basso Simon Marshall, ha un’intensa attività live nella capitale inglese suonando nelle più importanti venues londinesi come Barfly, Astoria, Garage, Bull and Gate , West One Four, Pop, Clockwork, Red room.
Vivianne Viveur suona performances suggestive e teatrali di rock psichedelico minimalista.
Nel 2006 il gruppo lavorerà per il loro primo disco ufficiale tornando alla formazione originale. Il trio, infatti, nell’Aprile del 2007 realizza l’album “the art of arranging flowers”(Seahorse/Goodfellas) a cui segue un tour in Inghilterra ed Italia che li porta all’Ypsigrock festival di Palermo come band supporto dei Mouse on Mars.
L’album consolida uno stile che caratterizza il gruppo in modo unico ed originale, delicato ed oscuro.
L’inverno successivo lavorano alla realizzazione del secondo album “Vert” in uscita nel Novembre del 2008( Seahorse/Goodfellas).


Vivianne Viveur "The art of arranging flowers" Seahorse 2007







Vivianne Viveur"Vert" Seahorse 2008









"The art of arranging flowers"
OUT in April 2007 for Seahorse Recordings
“Words and music are separate entities that fuse one with another in intense suggestions and unexpected atmospheres. Melody and dissonance press to a constant tense alternation toward the hanging places of immagination”.

“Dominique paints only in china” Relased in Spring 2002

The Ep gives the band the possibility to perform live in italy and to be selected for the "SAMIGO top 100".

TOUR_ “Remembering flowers”
15-02-06 live at “AREZZO WAVE” finali provinciali
27-05-03 live at NEW AGE_Napoli
26-06-03 live at spalti del maschio angioino-“LO SGUARDO DI ULISSE”

Soon they decide to move to England, where an intense live activity begins. they play in several venues in London. The city gives new life to the band that releases a new studio recording.

“Funeral for a cloud” Relased in Summer 2004
TOUR_ “Funeral for a cloud”
04-12-04 live at CAERNARVON CASTLE, London
27-01-05 live at GARAGE, London
25-02-05 live at BULL& GATE, London
01-04-05 live at GARAGE, London
20-04-05 live at BESTY TROTWOOD, London
23-05-05 live at PLEASURE UNIT, London
22-06-05 live at UPSTAIRS AT GARAGE, London
03-07-05 live at VERGE, London
09-07-05 live at BARFLY, London
17-09-05 live at CAERNARVON CASTLE, London
23-11-05 live at HOPE AND ANCHOR, London
04-02-06 live at WEST ONE FOUR “Emergenza Music Festival” , London
03-03-06 live at CLOCKWORK, London
10-03-06 live at RED ROOM, London
21-04-06 live at WEST ONE FOUR “Emergenza Music Festival” 2nd Step, London
06-06-06 live at WEST ONE FOUR “Acoustic night” , London
30-07-06 live at ASTORIA “Emergenza Music Festival” FINAL , London

The work consolidates a style which characterizes the band in a unique way, delicately obscure, and attracts the darker side of London’s musical scene. They receive several reviews on English musical magazines such as SPILL and MNE and take part in the worldwide festival for unsigned bands: "Emergenza Music Festival”, being placed among the 10 best unsigned bands in the U.K. and performing the final at the famous theatre ASTORIA of London on July 30th, 2006.
In August they take part in several festivals in Italy like the ROADIE ROCK festival(Reggio Emilia) and the MUSIC IN PROGRESS (Crema).

In the October 2006 Vivianne Viveur are in studio for the recording of their first album for the indie label “SEAHORSE RECORDINGS” in Naples, produced by Paolo Messere(Blassed Child Opera and Ulan Bator). The album " The Art of Arranging flowers " contains 12 songs and comes out in Italy for SEAHORSE RECORDINGS in April, distributed by GOODFELLAS DISTRIBUTION with “FRIDGE EDITION”, and in U.K. by CRIMSON ROSES PATH Ltd.
A work which expresses a delicate and very original art-rock, with wave influences from the 80’.

TOUR_ “Never felt so cold”
30-03-07 live at MAMAMU, Naples
18-04-07 love at LOCANDA ATLANTIDE, Rome
24-04-07 live at NOMI NIGHT, Parma
26-04-07 live at CIRCOLO META MULTIMEDIA, Arezzo
27-04-07 live at ROCK HOUSE, Pescara
05-05-07 live at GARAGE, London
10-05-07 live at CLOCKWORK, London
20-05-07 live at BAR FLY, Manchester
11-08-07 live at Ypsigrock festival, Castelbuono, Palermo

The band is now working on the second album for SEAHORSE RECORDINGS, which will be released in spring 2008. Vivianne Viveur is in the rooster of “MINUTA RECORDS” , Swiss label and booking agency from October 2007 and their album, “The art of arranging flowers”, will be produced and distributed in Swiss and Belgium by “PHENIX RECORDS”, independent music label, in January 2008 and in France in march 2008 by “DERUIT DE SILENCE”.


About Vivianne Viveur


“Vivianne Viveur have produced a breathtaking EP that portrays their darkly beautiful range of songs. Their poetic lyrics are encased in a delicately gothic sound, with surges of intensity that are overpowering. These songs are intricately crafted with keen musicianship and each one tends to twist into surprising transformations. Take “winter”: a tense build up to an expansive chorus suddenly dissipates into a languishing, liberating sequence. This is an eerily unique EP that defies categorisation. Words and music are separate entities that fuse with each other in intense suggestions and unexpected atmospheres. A tense, constant alternation of melody and dissonance urges towards suspended places of imagination”.
REVIEW ON “NME” , April 2006

Third up was Vivianne Viveur who played music that comes from a darkly beautiful place. Their poetic songs were delicately gothic and plaintive but could also be expansive and intense. They provided us with a no frills, subtle performance and let the music itself overtake our senses. Songs such as ‘When the Wind is a Memory of You’ were so intricately constructed that they had a tendency undergo entrancing metamorphoses. Vivianne Viveur are one of those unique, precious bands that defy categorization.
LIVE REVIEW ON GLASSWERK, June 2006

The atmospheres are dark, and it couldn’t be otherwise for an album entitled “Funeral For To Cloud”. It will be perhaps the London air, city where they moved to, but as it suggests the opening title the band is filled with an inspired lunacy that very rarely finds life in Italy. Vocals in full David Bowie style, sound like Goblin; Vivianne Viveur fascinate after few listenings. The trio sings in English, it could also be said that “sounds” in English, on the wake of the great bands that made of England the greates musical scene in Europe. If a band therefore must go far away from Italy in order to attract attention, it means that we don’t have ears to listen anymore.
REVIEW ON “FREEQUENCY” , Sept. 2006

Vivianne Viveur - The Art Of Arranging Flowers
(Seahorse / Goodfellas, 2007)
Black rock? yes it is, dark? Yes it is, crepuscular? Sure, but worthy of attention.Behind there’s the whole dark-wave scene of the mythical ’80.Bauhaus, Joy Division and partners come to your mind as in a dream. But also some “curesque” or “siouxian” bass lines. And then the ’90 of Ulan Bator, Sonic Youth follow one another going deeper through the album. All rigorously well spent in minor and on the beat. The Italian trio is well away from any paranoia of market and custom perhaps because they established in London and don’t really care. Vivianne Viveur live and express what they have inside also grazing the atmospheres of the first Pink Floyd. A good delirium that knows how to make itself loved for honesty and authenticity of intents. Their spirit is very rare in Italy. Spirit that should teach us something.
REVIEW ON “RUMORE” , April. 2007

Vivianne Viveur - The Art Of Arranging Flowers
(Seahorse / Goodfellas, 2007)
Originally Vivianne Viveur was an Italian band formed in 2001. By 2002 they moved to London. And for what it's worth, these guys know how to integrate inspiration and creativity in a song. It's difficult to put a stamp on it, the music they make is uneasy and difficult to get into. Their psychedelic improvisations intend to change into powerful melodies and create an atmosphere that is dark, dramatic and theatrical and sometimes bursting into immense noise-eruptions. Every song seems to have a metaphor of style and feeling.The album is full of dissonants and contrasts by delicate songstructures on the one hand such as 'Princess' and 'Trembling' and on the other hand by songs of dark alienation such as 'Verlaine' and 'Elis And The Bad Moon'. Minimalism and drama are melting together with surrealistic atmospheres and develop some moments of authentic beauty. This all might seem a little bit confusing but you just have to imagine how these guys sound. You hear Gavin Friday - who's just been kicked in the ass - while performing with his band 'Virgin Prunes' and sharing the stage with 'Sonic Youth' in their better days.
Review by: sx-base_ GOTHTRONIC

Grade: 7.5
REVIEW ON “GOTHTRONIC” , June 2007

Discography
“The art of arranging flowers” out on April 2007 Seahorse CD008
“Funeral for a cloud” 2004
“Valentine paints only in china” 2002


Vivianne Viveur are:

Vienne Langelle: vocals, lirycs, bass,
Chicco Aurigemma : guitar, baritone guitar
L.J. Nefasto : drum, piano, keyboards, programming




Contacts band
info@vivianneviveur.com
vivianneviveur@yahoo.it
www.myspace.com/vivianneviveur
www.vivianneviveur.com
Contacts label
www.seahorserecordings.com
www.myspace.com/seahorserecordings
www.phenix-records.com
www.myspace.com/phenixrecords
www.goodfellas.it
www.fridge.it
www.minuta.ch
www.myspace.com/minutiana
Contacts booking
jasmin.qureshi@glasswerklondon.co.uk ( U.K. )
info@minuta.ch (Swiss and Belgium)
P.R.
ROSSANA SAVINO (Goodfellas)
rossana@goodfellas.it


Vert
The latest album from Vivianne Viveur
Release date: 20th of Novembre 2008 Seahorse Recordings/Goodfellas


“Vert” il nuovo album del gruppo art-rock Vivianne Viveur segna un nuovo capitolo nella storia della band.
Dopo il loro album d’esordio “The art of arranging flowers” (Seahorse/goodfellas), il trio ha raggiunto una nuova dimensione artistica con melodie incantate e liriche enigmatiche.
L’oscurità di “the art of arranging flowers” è presente in “Vert” ma è resa più delicata dalla varietà e lucentezza dei loro colori, dalle melodie e dalle dissonanze del loro rock noir.
Il disco conferma l’assoluta originalità dei Vivianne Viveur che riescono a dare uno spessore diverso alla loro musica con una delicata rete di emozioni che unisce tutti gli undici brani presenti nell’album in un unico momento.
Vert si avvale anche di ottime collaborazioni con diversi artisti come la scozzese Lisbeth Allarddyce voce in “Memoirs of a silhouette”, la violinista londinese Jane Wild in “Yarn”, il pezzo che introduce l’album, ed in “Never kind”, il pezzo che lo chiude, e con Andrea Cajelli degli “Encode” batteria in “Yarn”.


Reviews
.................................The Art Of Arrangin Flowers
.......................

Vivianne Viveur - The Art Of Arranging Flowers
(Seahorse / Goodfellas, 2007)

"The art of arranging flowers” tra vortici di distorsioni e sussurri di romanticismo. I Vivianne Viveur rivelano un'assoluta sapienza tecnica, strisciante nel limbo del sogno…..”.
Review on "DNA MUSIC" , May 2007(Italy)

Originally Vivianne Viveur was an Italian band formed in 2001. By 2002 they moved to London. And for what it's worth, these guys know how to integrate inspiration and creativity in a song. Their psychedelic improvisations intend to change into powerful melodies and create an atmosphere that is dark, dramatic and theatrical and sometimes bursting into immense noise-eruptions. Every song seems to have a metaphor of style and feeling.The album is full of dissonants and contrasts by delicate songstructures on the one hand such as 'Princess' and 'Trembling' and on the other hand by songs of dark alienation such as 'Verlaine' and 'Elis And The Bad Moon'. Minimalism and drama are melting together with surrealistic atmospheres and develop some moments of authentic beauty.
Review on “GOTHTRONIC”(Holland), June 20
“Vivianne Viveur è un’ affascinante delirio che sa come farsi amare per onesta’ e autenticita’ d’ intenti. Spirito molto raro in Italia che dovrebbe insegnarci qualcosa…..”.
Review on "RUMORE" April 2007(Italy)


“Vivianne Viveur have produced a breathtaking album “the art of arranging flowers” that portrays their darkly beautiful range of songs. Their poetic lyrics are encased in a delicately gothic sound, with surges of intensity that are overpowering. These songs are intricately crafted with keen musicianship and each one tends to twist into surprising transformations. Words and music are separate entities that fuse with each other in intense suggestions and unexpected atmospheres. A tense, constant alternation of melody and dissonance urges towards suspended places of imagination……".
Review on “SPILL MAGAZINE” , April 2007(England)


info@vivianneviveur.com

www.vivianneviveur.com

www.myspace.com/vivianneviveur

www.seahorserecordings.com

Ufficio stampa:

-LUNATIK-

lunatik@lunatik.it

www.lunatik.it

Goose














Il gruppo è nato nell'estate del 1998 con il nome Mama Goose, e fin dal momento della sua formazione ha lavorato intensamente per creare e promuovere la propria visione musicale e culturale. Nel 1998 appaiono con il pezzo "Come se" sulla compilation Sersa 98, prodotta dall'omonima associazione di Sassari. Nella primavera dell'anno successivo iniziano a registrare il loro primo disco. "Uomini e Tordi" viene inciso per la Lowhole records, sigla che raggruppa alcune band indipendenti di Sassari. La band ha in seguito inciso un promo con i brani di un nuovo lavoro, orientato su sonorità in bilico fra rock'n'roll e power pop rumoroso. Nel frattempo "Uomini e Tordi" ha ricevuto diverse recensioni molto positive dalla stampa nazionale (Buscadero, Rockit, Toastit.com) e regionale (La Nuova Sardegna, Il Quotidiano). Il marchio di fabbrica dei Goose è una ben dosata miscela di energia e melodia, rabbia e tenerezza, con una forte dose di ironia e con un attenzione particolare ai testi. Le influenze musicali più dirette sono il rock e il pop degli anni '60 e '70, ma anche il blues, il country, il punk, il con alcune componenti più innovative e moderne. Dal punto di vista culturale, i punti cardinali della visione dei Goose risiedono soprattutto nella letteratura della lost e della beat generation americana. La loro è street poetry, lontana dalla retorica, che ha l'ambizione di parlare dritto al cuore ed alla mente, senza artifici linguistici. Il gruppo ha da sempre svolto una fitta attività live. Fra le uscite più importanti: Nel 2000 la partecipazione all'Underground blues festival di Quartu S.Elena (CA); nel 2001 il programma televisivo di Videolina Suburbia, durante il quale la band ha eseguito due brani dal vivo; nel 2002 il gig di apertura del concerto dei Verdena di S.Gavino Monreale organizzato dalla Vox Day di Cagliari ed il festival RockArbus; nel 2003 sono nel cartellone del Rock TV Day a Cagliari e guest degli Afterhours nella loro data del Sassari Big Beat festival, sotto la direzione artistica di Vox Day ed aSSorock; nel 2004 fanno parte di Factory Live, circuito regionale del rock indipendente, nell'ambito del quale suonano in alcune date a Sassari e Nuoro. Sempre nel 2004, aprono il concerto di Paolo Benvegnù al Versatile Music Festival di Sassari; nel 2005 suonano con i Blessed Child Opera, band di Paolo Messere; nel 2004 pubblicano il singolo "Domenica d'Estate", che ottiene buoni riscontri nella critica; nel 2005 inizia la collaborazione con Paolo Messere e la Seahorse recordings di Napoli. Nel 2006 incidono il loro primo lavoro completo con la produzione artistica di Paolo Messere con il nuovo nome di Goose e realizzano il video di "Domenica d'Estate", diretto da Alberto Salvucci. Nel 2009 esce il loro secondo full lenght, "30:40", subito bel accolto dalla critica specializzata.






















Goose "30/40" Seahorse 2009 Goose "Tutto come allora"Seahorse 2006


Reviews:
..............................................................Tutto come allora...................................................................
Beautiful Freaks - settembre 2007

Fine giugno ed un gran caldo che risveglia queste timide note. La fine della scuola è una sensazione ormai lontana, quei pomeriggi in piscina spesi nell'ozio, quel senso di sollievo dimenticato. Ho 25 anni e un futuro precario che non è più quello di una volta, con il cuore in gola ed i giorni in ciclostile che non finiscono mai. Osservo la Sassari dei Goose che brucia di rancore recondito e poesia viscerale, lontana dalle orde di turisti pronti a sbarcare sulla bella isola, fugge dai Vip e dai locali di tendenza. Vicina ad un raffinato gusto per la canzone d'autore tutta italiana e venata di un senso di umorismo lirico che caratterizzò l'Agosto dei Perturbazione più ispirati… Quando in certi giorni stare soli non è poi una cattiva idea... Il disco italiano più bello che mi sia capitato di sentire quest'anno.


Tutto Come Allora su Openindie.net_giugno 2007

Fine giugno ed un gran caldo che risveglia queste timide note.
La fine della scuola è una sensazione ormai lontana, quei pomeriggi in piscina spesi nell'ozio, quel senso di sollievo dimenticato.
Ho 25 anni e un futuro precario che non è più quello di una volta, con il cuore in gola ed i giorni in ciclostile che non finiscono mai. Osservo la Sassari dei Goose che brucia di rancore recondito e poesia viscerale, lontana dalle orde di turisti pronti a sbarcare sulla bell' isola, fugge dai Vip e dai locali di tendenza. Vicina ad un raffinato gusto per la canzone d' Autore tutta italiana e venata di un senso di umorismo lirico che caratterizzò l' Agosto dei Perturbazione più ispirati.

...Quando in certi giorni stare soli non è poi una cattiva idea...

Il disco italiano più bello che mi sia capitato di sentire quest'anno
Tommaso Vecchio


Tutto Come Allora su dnamusic.it_giugno 2007

Ci deve essere qualcosa di speciale in questo disco perché ogni volta che l'ascolto provo la stessa identica sensazione: avete presente l'ultimo giorno di scuola all'inizio dell'estate? Quella voglia di andare a fare baldoria al mare, di divertirsi e giocare, di vivere? Ecco penso esattamente a questo. "Tutto come allora" somiglia ad un gelato al limone sotto il sole bollente. È fresco, genuino, con gli ingredienti giusti e ben dosati e quando lo assaggi puoi sentire tutto il sapore del luogo in cui è nato: la Sardegna dei Goose. Provate ad ascoltare "Notizie di me" e ditemi se non sentite il mare, se non riuscite ad immaginarvi sulla spiaggia al tramonto quando l'orizzonte diventa rosso e l'odore del mare diventa più forte. L'ho ascoltata e riascoltata moltissime volte e non riesco a stancarmene. Da sola varrebbe tutto il prezzo del disco anche perché è la canzone in cui la voce, particolarissima, di Stefano Sotgiu viene maggiormente esaltata.
Interessante è anche la traccia d'apertura, "Domenica d'estate", perfetta per questo inizio di stagione anticipato. Un pezzo orecchiabile e leggero che ti entra subito in testa. Si prosegue con altre due canzoni piene di ritmo, "D'allora in poi" e "Bar" (forse il pezzo che mi è piaciuto meno). Secondo me i momenti migliori sono toccati nei pezzi più lenti, come "Forse": l'intro, davvero molto bella e suggestiva, si apre poi in una sequenza più veloce.

È un disco che mi ha entusiasmato per alcune cose e per altre invece no. Mi sono chiesta il perché e alla fine l'ho trovato: ci sono canzoni nelle quali la personalità della band viene fuori a 360° e il lavoro raggiunge dei livelli molti alti, altri brani invece sono un po' troppo influenzati dai ritmi e dai suoi dei tormentoni estivi. No, non roviniamo tutto! Facciamo in modo che nessuna nuvola copra il cielo azzurro della Sardegna!


............................................................................30/40..................................................................................

Goose

30:40

Seahorse/Audioglobe

Ci siamo occupati dei Goose già in passato, per l'esattezza tre anni fa in concomitanza con

la loro prima uscita su Seahorse, “Tutto come allora”. In quella occasione avevamo

evidenziato il più che volenteroso tentativo di coniugare nella nostra lingua modelli

compositivi legati al pop-rock di matrice angloamericana (quello più classico, ma anche quello di nicchia, dal folk-rock al power pop diciamo), ma anche le incertezze nel portare a compimento il progetto, l'assenza, fatta eccezione per alcuni brani particolarmente azzeccati, di una vena autoriale del tutto convincente. Chiudevamo la recensione, lo si fa spesso, dicendo che, viste le promesse, l'evoluzione in senso positivo di quelle potenzialità sarebbe stata non solo auspicabile ma anche possibile. In questo caso è andata proprio così, perché questo nuovo lavoro dei sassaresi riesce a tratti a sposare la lingua di Go-Betweens e Big Star, tanto per fare due nomi da sempre nel cuore della band, con la tradizione italica in modo eccellente, e dove non compie del tutto la fusione sciorina comunque una pletora di canzoni di livello assai buono. Complice di questa maggiore solidità, azzardiamo, la scelta di fornire un tema unitario ai pezzi, quella difficile terra di mezzo che è il decennio che trasforma i trentenni in quarantenni, con tutto il suo portato di dubbi e quesiti senza risposta, un argomento che, in un brano come “La vita a 34 anni”, ironia agrodolce in salsa country-pop, viene affrontato con la leggerezza dei migliori Perturbazione. Un deciso passo avanti.


Contatti:

www.goosemusic.it

Alessandro Besselva Averame


Goose: 30:40, tra indie, folk e cantautorato

Racconta il decennio dell’età adulta, le precarietà e le difficoltà del passaggio dai trenta ai quarant’anni: “30:40”, secondo disco dei sassaresi Goose si muove tra le influenze più disparate, tra Neil Young e i Wallflowers, passando per Wilco, Go-Betweens e il cantautorato italiano.



I testi dell’autore e frontman Stefano Sotgiu, si muovono in direzione di un disincantato intimismo, con un linguaggio semplice ma estremamente pregnante. Mentre le sonorità del disco sono di matrice principalmente anglosassone, le liriche trovano la loro dimensione naturale nella spontaneità della lingua italiana, e ci offrono un quadro lucido di una metaforica partita di tennis: quella che ci vede fronteggiare ogni giorno le sfide della vita. La cover e il titolo “30:40” rimandano direttamente al punteggio di questo ideale match, tema principale della seconda prova dei Goose.

ONDALTERNATIVA

Goose (30:40)

Tracklist:

01. Qui per te
02. La vita a 34 anni
03. Finchè non saprai
04. Quando ero felice
05. Indietro
06. Mio cuore
07. Fra noi due
08. Per cambiare
09. Sogna
10. Settembre
11. Neve

Dopo il discreto successo riscosso da “Tutto come allora” tornano i Goose che, dopo vari cambiamenti fra cui la collaborazione con la Seahorse Recordings di Paolo Messere, si sono rinchiusi di nuovo in sala per registrare “30:40”, il secondo full lenght da quando hanno deciso di rinnovare le loro vesti.

Quello che ci propongono Stefano Sotgiu (voci, chitarre, armonica) Antonio Sircana (piano, organo, synth e cori) Leonardo Carboni (basso, chitarre, mandolino e cori) e Luca Monaco (batteria, percussioni e cori) è un album in puro stile rock nostrano che ricorda molto quello dei primi TARM di Toffolo: strutture semplici a favorire un sicuro impatto melodico e testi altrettanto efficaci. Una miscela esplosiva che ci porta così ad entrare subito nel vivo dell’atmosfera con brani come “Qui per te” o “La vita a 34 anni” che se da un lato raccontano la cruda realtà quotidiana dei giovani (e non) di oggi dall’altro lo fanno sdrammatizzando con melodie orecchiabili e ritornelli che ti entrano in testa e per rimanerci, leggeri e frizzanti (“Vita è voglia di cambiare / vita è una chitarra da spaccare / vita è non poterlo fare / perché la devi pagare”). Si passa così dalle schitarrate impetuose di “Finchè non saprai” alla malinconia di “Quando ero felice”, dove piano elettrico e chitarra acustica accompagnano alla perfezione le tribolazioni di un soggetto nostalgico e disincantato. Spazio all’elettronica e ai violini nelle successive in “Indietro” e “Mio cuore”, due brani scanzonati che filano via che è una bellezza per lasciare, nei pezzi finali, il primato all’irruenza delle elettriche.

Melomane















New York's MELOMANE make smart, cinematic rock music. They write great songs and use real instruments, strings and horn sections; they also know how to rock computers and electronic drums to spice up a pop song. Their distinctive sound has been described as Roxy Music covering Elvis Costello or Calexico covering Wings. Some have called Melomane "the most European band in America," and others call them pop-noir. Experience the lush sonic textures, sweet harmonies, and biting yet hopeful lyrics and let your ears decide. “These tracks combine garage accessibility and boho poetry with an ingenuity that will win over intelligent listeners and show musicians just how far a band can travel…” (All Music Guide).
Glaciers (2006,Vermillion Music), Melomane’s 3rd full length CD release is the group’s most stunning to date. The group has expanded on their enormously appealing artful arrangements throughout this collection of songs, notably with the track I’m in Love with Love/The Ballot is the Bullet, a timely and personal comment on the American situation as it stands. From opening track Hilarious, a deft love waltz set against the backdrop of global warming, to final track Kill Kill Kill, a death-disco invocation against violence, this album thrills and chills throughout.
Melomane’s first two releases, Solresol (2003) and Resolvo (2001) received rave reviews throughout the US and Europe including Rolling Stone, Magnet, The Village Voice, Intro and more. These CDs are available in the US on the band’s Vermillion Music label via the band’s website www.melomane.org, myriad online distributors, and in Europe through Hamburg-based XXS Records/Indigo, Seahorse Recordings in Italy and Soyuz Records in Russia.
Originally conceived in 1998 by front-man Pierre de Gaillande, Melomane’s line-up eventually solidified to include bassist/vocalist Daria Klotz, cellist/synth-player Frank Heer, keyboardist Quentin Jennings, and drummer Kenny Savelson. Frequent additional performers include Philippa Thompson on violin and saw, Brad Stewart and Jesse Neuman on trumpet, and Jody Redhage on cello.
Over 6 years, Melomane has performed regularly in NYC at venues such as Joe’s Pub, Tonic, Mercury Lounge, BAM Cafe, Northsix, and others. The group tours Europe each year and has appeared at festivals and venues throughout Germany, Austria, Switzerland, Belgium, Spain, Italy and France. They were sponsored by the US embassy in Moscow in September, 2006 for a four-concert series in Russia. Melomane has appeared in New York, nationally and internationally with artists such as Wilco, Keren Ann, Luna, Arab Strap, Eleni Mandell, Fastball, and many others.

Glaciers
reviewed by:New Yorker -
Melomane, a Brooklyn-based collective known for intricate pop songs with chamber-music flourishes, sets up shop in this converted silo beside the Gowanus Canal to celebrate the release of its third CD, “Glaciers.” The singing, which is done by the Parisian-born front man Pierre de Gaillande and the bassist Daria Klotz, rises to adventurous peaks, and the rest of the band—a cellist, a keyboardist, a drummer, and often a violinist and cornettist—gives the material a cinematic lushness. On “Glaciers,” the songs move with a deliberate force that befits the album’s title.
reviewed by:New York Post -
POP IN THE GOWANUS CANAL ZONE

MELOMANE creates lush, expansive pop music, and the Brooklyn act's release party tonight for its third album, 'Glaciers,' should be a night to remember (not only for the guest musician on the saw, either).

The group will celebrate at the Issue Project Room (400 Carroll St., Carroll Gardens, Brooklyn; [718] 330-0313), a circular music space in an old grain silo on the gritty banks of the Gowanus Canal.

For a twist, Melomane will perform from the perimeter of the space as the audience listens from the center, which, the band explains, will be like a 'a live surround-sound 'Zaireeka',' referring to the Flaming Lips' set of four discs that are supposed to be a played simultaneously. There will be a moonlight stroll along the water after the set.
By Mary Huhn














Melomane "Glaciers" Vermillion/Seahorse 2006



reviewed by:St. Petersburg Times -
October 2006.

Click here for article.
reviewed by:Affisha -
September 2006

Click here for article.
reviewed by:Lift - lift.altervista.org/seconda/recensionidisch
October 2006

Click here for article.
reviewed by:Italian Connection - www.melomane.org/images/icc.htm
reviewed by:Blow Up - www.melomane.org/images/BlowUp.jpg
reviewed by:Rockerilla - www.melomane.org/images/Rockerilla.jpg
reviewed by:Rumore - www.melomane.org/images/Rumore.jpg
reviewed by:Lucid Culture - lucidculture.wordpress.com/2007/06/03/cd-review-me


www.melomane.org
www.myspace.com/melomane





Drunken Butterfly












Semifinalisti a Rock Targato Italia del 2000 e vincitori ad Arezzo Wave del 2001 come gruppo rappresentante la regione Marche.

Dopo il festival i Drunken Butterfly vengono notati dall'etichetta discografica Fridge Records di Milano, che inserisce il brano "Esile Kim" nella storica compilation edita dalla stessa Fridge e distribuita dalla Sony Soniche Avventure e pubblica l'album d'esordio Pornocoma.

Il 20 Novembre 2002 l'album esce ufficialmente in tutti i negozi di dischi, distribuito dalla Self. Il 29 Novembre Marco Bragaglia e la Fridge Records organizzano, in collaborazione con il Comune di Macerata, Outer zone: conferenza stampa per la presentazione in anteprima nazionale dell’album “Pornocoma”. L’incontro si svolge nella splendida cornice dell’Auditorium San Paolo di Macerata e vede la partecipazione di Marino e Sandro Severini della Gang, Emiliano Coraretti (giornalista di Musica di Repubblica), Silvio Maselli (Fandango film), Aurelio Pasini (giornalista de Il Mucchio Selvaggio), Gianluca Polverari (giornalista di Rockstar), Alessandro Bolli (giornalista di Music Club) e Mauro Carassai (Kathodik web-zine). Viene proiettato in anteprima nazionale il video live di Pornocoma, realizzato da Marco Bragaglia.

Nel Gennaio 2003 parte il “Pornocoma tour” che tocca le principali città italiane: ad Aprile i Drunken Butterfly presentano il loro album d’esordio nella catena francese di negozi specializzati FNAC, dove i più importanti artisti italiani e stranieri incontrano il loro pubblico.

Il 30 Novembre i Drunken Butterfly partecipano al M.E.I. (meeting delle etichette indipendenti) che si svolge ogni anno presso il centro fiere di Faenza: durante il meeting viene presentata la compilation-tributo ai Beatles Let it boom; il progetto nasce da un’idea del sito Musicboom.it in collaborazione con la Audioglobe e vede la partecipazione di Paolo F. Bragaglia, che insieme a Lorenzo Castiglioni (voce, chitarre e tastiera dei Drunken Butterfly) ha curato la realizzazione della cover “A day in the life”, brano contenuto nell’album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band.

Nel frattempo “Pornocoma” viene recensito positivamente dalle principali testate giornalistiche di settore, dai più importanti siti web musicali, e riceve la nomination per il premio Fuori dal Mucchio (concorso realizzato dal settimanale “Il Mucchio” in collaborazione con il M.E.I. e dedicato al miglior album d’esordio).

A Luglio 2004 la promozione di Pornocoma prosegue: i Drunken Butterfly hanno infatti l’occasione di aprire i concerti del tour estivo della Gang, lo storico gruppo dei fratelli Severini. Al termine dell’anno i Drunken Butterfly, insieme al loro produttore Paolo F. Bragaglia, partecipano nuovamente alla compilation di Musicboom bOOmsong for Velvet, questa volta dedicata ai Velvet Underground. Il brano scelto è “Who loves the sun”, prima traccia dell’album “Loaded” del 1970.

Nel corso del 2005 Lorenzo Castiglioni compone e registra, presso lo studio di Paolo F. Bragaglia, i brani per il nuovo ep Aporia. Durante il 2006 la promozione dell’album porta ottimi risultati ed il gruppo ottiene, ancora una volta, apprezzamenti da parte di critica e pubblico. Sempre nello stesso anno i Drunken Butterfly compongono venti brani per Unusual Library, l’iniziativa editoriale Fridge Records e Goodfellas che riguarda un data base on line contenente musiche composte appositamente per realizzazioni audiovisive, documentari, filmati industriali, corti e presentazioni.

Durante il 2007 i Drunken Butterfly registrano il loro terzo album Maggio Giardinaio e stringono un accordo con Paolo Messere della Seahorse Recordings: il cd verrà pubblicato alla fine di Aprile 2008 dall’etichetta napoletana e verrà distribuito in Italia dalla Goodfellas, le edizioni musicali saranno curate, come sempre, dalla Fridge Records.



Un’estetica che si traduce in liriche ricche di immagini pregnanti, a volte anche parecchio crude, e in costruzioni sonore pervase da un’elettricità oscura e ricca di pathos.
Aurelio Pasini – MUCCHIO

Il meglio arriva dai Drunken Butterfly, un agguerrito trio marchigiano capace di miscelare, con intuizioni non banali, gli ingredienti più preziosi del mondo: il rumore e la melodia.
Jacopo Ghilardotti – TUTTO

I suoni della natura si trasformano in rumori distorti incalzati da una scura ritmica. Questi sono gli effetti dell’alcool su una farfalla secondo i marchigiani Drunken Butterfly.
Gianluca Polverari – ROCK STAR

Il gruppo è roccioso e si destreggia con le parole sdrucciole e le plurisillabiche poco conciliabili con la sintassi rock.
Pierluigi Grillo – RUMORE

Power rock, post rock, traiettorie che tagliano obliquamente noise e post grunge, e anche qualche scheggia di Moore e soci tracciano scenari sviluppati in maniera originale.
Bob Villani – FREAK OUT

Sembra proprio di vederla, la farfalla ubriaca, ebbra di ritmi taglienti, suoni stralunati e testi corrosivi, aleggiare tra i solchi prorompendo un rock dai tratti cupi e decadenti.
Federico Linossi – ROCKIT.IT

Notevole è la scrittura, nervosa, non banale. I testi dei Drunken Butterfly delineano rappresaglie sentimentali, emotive ed erotiche nelle quali il fil rouge risulta sempre essere la sospensione tra desiderio e odio, amore e coinvolgimento carnale.
Beatrice Finauro – MUSICBOOM.IT

Drunken Butterfly, una band che si distingue in un panorama musicale spesso segnato da gruppi fin troppo monocromatici e abituati al riciclaggio.
Diego Dal Medico – LAVOCETTA.IT

Il perno di tutta questa macchina sonora è la voce di Lorenzo Castiglioni, giustamente valorizzata perché in grado di fondere ira e tristezza con onesti risultati.
Marco Mazzucchelli – MOVIMENTA.COM

C’è rabbia e c’è forza, e delle parole indiscutibilmente poetiche, parole che si attaccano perfettamente alla musica del gruppo.
Hamilton Santià – SENSORIUM.IT

Un affresco sonico dalle fattezze quasi psichedeliche, una violenza espressiva sacra con un uso visionario di chitarre e tastiere/campionatori.
Pasquale Boffoli – PUNKADEKA.IT

Davvero ottima la cover di "Who loves the sun" dei Velvet Underground con i suoi inserti elettronici. Il disco mostra dei musicisti maturi e coscienti delle proprie scelte stilistiche.
Floriano Liguoro - ROCKAMBULA.COM

Un disco appassionato, viscerale, di quelli che arrivano al cervello passando per lo stomaco. Eleganti, maturi e consapevoli, i Drunken Butterfly hanno confezionato un disco coraggioso, uno di quei dischi che finiscono per essere outsider pure per il mercato indipendente, sempre più incasellato e deludente. Ci vogliono orecchie attente, per un disco così. Ed un cuore grande.
Luca D'Alessandro - MUSICBOOM.IT

Un nuovo approccio positivo, che fra l'altro ha l'indubbio merito di mettere ancora più in luce la propensione melodica di Castiglioni, e mette curiosità sulle mosse future della band.
Aurelio Pasini - MUCCHIO

Atmosfere sospese e stralunate. Elettronica minimal per creare vuoti e distorsioni. Pensieri fini e affinati per ogni nota, parola, scossa, rantolio, bronchiolo, coro, sospiro. La produzione artistica è curata come per il precedente "Pornocoma" da Paolo Bragaglia. Con il risultato di un album maturo e intellettuale, con un'irriducibile forza psichedelica.
Claudia Selmi - ROCKIT.IT

Rintocchi di pianoforte, declamazione sognante, finezze ritmiche e qualche apertura orchestrale contribuiscono a forgiare un'atmosfera sgranata ed onirica: eccellente, in questo senso, l'avvolgente sortita de "Lo Stato Delle Cose", al pari del languore nostalgico che affiora inesorabilmente all'ascolto di "La Gioia Di Quando Ero Bambino".
Michele Dicuonzo - SENSORIUM.IT

L'impressione è che si sia voluto dare al tutto un taglio quasi cinematografico e in tale veste i pezzi potrebbero andare bene per sonorizzare qualche pellicola neo decadente.
Roberto Michieletto - MUSIC CLUB


www.drunken-butterfly.com
www.myspace.com/drunkenbutterflyband



www.drunken-butterfly.com
www.myspace.com/drunkenbutterflyband

Abulico






info@abulico.com

www.abulico.com

www.myspace.com/abulico

ITALIAN PARTNERS//////////////////////////////

SEAHORSE RECORDINGS – production www.seahorserecordings.com

FRIDGE ITALIA – music edition www.fridge.it

AUDIOGLOBE – distribution www.audioglobe.it

LUNATIK – press office www.lunatik.it

IODA – digital distribution www.iodalliance.com

BULBARTWORKS.COM – promotion and booking www.bulbartworks.com

THE JACKAL – video production www.thejackalweb.it

ANDY-DEE – artworks & graphic design www.andy-dee.com

BIOGRAPHY AND BEST PRESS EXTRACTS


ABULICO


The band was formed in 2006 by the conjunction of several influences and personal tastes of the components to give ample room for songs strictly in English without leaving a certain mood indie rock that, Sometimes, it mixes with more pop and soft atmosphere.
After numerous live and participation in some of the most important national festival, Abulico in 2009 released their debut album, Behind, produced by Seahorse Audioglobe distribution and press office Lunatik. The disc with the video for Tokyo Eyes in rotation on major national TV channels, is still presented live in the "Behind Tour" and levy a warm reception by audience and critics, gaining a press review comforting (Mucchio, Rumore, Rockstar, Rockerilla, BlowUp ..) and participation in numerous national festivals in the company of established artists as Moltheni Massimo Volume, 24 Grana, Boosta, Amor Fou, Calibro 35 which include the right of the emerging Italian Abulico among the most active and well received in 2009 .

REWIEWS

ROCKERILLA

Indie rock quartet field exorcised his name turning to sound anything but indigenous. If there is a thin red thread to unite more rockers the Smiths to Radiohead less avant-garde, is interwoven with it that are more enveloping the heads of this debut. Destiny and measured Hide me for all. Models suitable to celebrate the queen died in the shoes of a paranoid android. The voice on the records convinces more acute than in medium-low, as evidenced by the beautiful and jeffbuckleiana Leave Me Out . Not bad also as a producer of Sir Paul, even the synths, for a fashion show not listless or redeemable anorexic.

Diego Cappelli

ROCKIT.it

It may seem unlikely in the collective, but also in Naples occasionally rains. On rainy days, the thoughts and melancholy join mingled with anger, emotions such as dense puddles mood of a city that loves colorful clothes from the sky, intense. Always. "Behind" - the debut of ABULICO - is a little gem of music, a painting made of angles and slides hard to see, darkness and cement, blank stare, thoughts that run away.
Twelve tracks that enter the heart and brain, accompany every little detail of listeners, who lives a sad moment: a wet cigarette, now impossible to smoke, ran for shelter, and street urchins among other things, the look of a town girl immersed in the chaos of a city incomprehensible, perhaps forever. Twelve stories chasing dreams, ideas almost always coincident with a drain, constant offers of these sites, centered by contradictions and paradoxes that make the air breathable such as dioxin garbage on fire. Where fatality means fate, one is suspended like puppets in a war already lost.
A work record that escapes from tradition and enforced by its energies to the contrary, spontaneous work as a mocking smile, a sound - thanks to the wise production of Sir Paul (Blessed Child Opera) - emerges in its opaque beauty, giving us moments of great thickness expression. A record that would please Turin Brakes, gifted in many ways closer to a lyric Radiohead, able to recount the lives of young Neapolitan with a universal approach, an air of unabashed in front of backgrounds and cultures.
A gray ending - as recounted in "Gray Sky" - with a glimpse of heaven invade everything and everyone, it will explode in a yellow sun for millennia never gives up, it will soften the feelings of someone who hides so much for far too long will shine the image of a beautiful place but raped yet again. An album that exalts the emotions and frustrations of generations in the vortex of a disillusioned everyday. Not only in Naples, but human.

Giovanni Costanza

Other exract..

from ROCKERILLA of May: "... a thin red thread to join the Smiths to Radiohead less avant-garde rockers more .." vote 7

Rumore in June: "... excellent band for a debut capitalized .." vote 8

Il Manifesto: "... a disc where melancholy and dream chasing and collide .."

MUCCHIO in May: "... a songbook enough work inspired his first public appearance .."

ROCKSTAR in February: "... more than music an outstanding mental journey .."

INDIEFORBUNNIES: "... a black sky bursting with suppressed anger, disbelief and lacerating guitar .."

ROCKIT: "... an album that exalts the emotions and frustrations of generations ..."

BIOGRAFIA E MIGLIORI ESTRATTI STAMPA

Abulico

La band si forma nel 2006 dalla congiunzione di diverse influenze e gusti personali dei componenti per dare ampio spazio a melodie rigorosamente in inglese senza tralasciare un certo mood indie-rock che, a volte, si mescola con atmosfere più pop, folk e soft.
Dopo numerosi live e la partecipazione in alcuni dei più importanti festival nazionali, gli Abulico pubblicano nel 2009 il loro album di debutto, BEHIND, prodotto dalla Seahorse Recordings, distribuzione Audioglobe e ufficio stampa Lunatik. Il disco con il video di “Tokyo Eyes” in rotazione sui principali canali televisivi nazionali, è ancora presentato dal vivo nel "BEHIND Tour" e riceve una calda accoglienza da pubblico e critica, guadagnandosi una rassegna stampa confortante (Mucchio, Rumore, Rockstar, Rockerilla, BlowUp ..) e la partecipazione a numerosi festival nazionali in compagnia di artisti affermati come Moltheni Massimo Volume, 24 Grana, Boosta, Amor Fou, Calibro 35 che includono di diritto gli Abulico tra le realtà emergenti italiane più attive e ben accolte del 2009.

da ROCKERILLA di Maggio 09

Voto 7

Quartetto indie rock campano che esorcizza il proprio nome rivolgendosi a sonorità tutt'altro che autoctone. Se esiste un sottile filo rosso a unire gli Smiths più rockettari ai Radiohead meno avanguardisti, è con esso che sono intessuti i capi più avvolgenti di questo esordio. Misurarsi Destiny e Hide me per tutti. Modelli adatti a celebrare la regina morta nei panni di un androide paranoico. La voce convince più sui registri acuti che in quelli medio bassi, come dimostra la bellissima e jeffbuckleiana leave me Out. Niente male anche la veste di produttore di Paolo Messere, anche ai synths, per una sfilata non abulica ne tantomeno anoressica.

di Diego Cappelli

Da ROCKIT.it

Può sembrare improbabile nell'immaginario collettivo, ma anche a Napoli ogni tanto piove. Nelle giornate di pioggia i pensieri e le malinconie si uniscono mischiandosi alla rabbia, emozioni dense come le pozzanghere di una città umorale, che ama vestirsi colorata dal cielo, intensa. Sempre e comunque. "BeHind" - esordio dei napoletanissimi Abulico – è una piccola gemma musicale, un dipinto fatto di angoli e diapositive di difficile immaginazione, oscurità e cemento, sguardi persi nel vuoto, pensieri che scorrono lontano.Dodici tracce che entrano nel cuore e nel cervello, accompagnano ogni piccolo particolare di chi le ascolta, di chi vive un istante malinconico: una sigaretta bagnata, ormai impossibile da fumare, le corse degli scugnizzi tra un riparo e l'altro, lo sguardo di una ragazza di provincia immersa nel caos di una città incomprensibile, forse eternamente. Dodici storie che rincorrono sogni, idee coincidenti quasi sempre con una fuga, costanti offerte di questi luoghi, imperniati da contraddizioni e paradossi che rendono l'aria irrespirabile come la diossina della spazzatura in fiamme. Dove fatalità significa destino, si resta sospesi come pupi in una guerra già persa.Un lavoro discografico che sfugge dalla tradizione e dalle sue forzate energie contrarie, un'opera spontanea come un sorriso beffardo, un sound che – grazie alla sapientissima produzione di Paolo Messere (Blessed Child Opera) - emerge nella sua opaca bellezza, regalandoci momenti di massimo spessore espressivo. Un disco che piacerebbe ai Turin Brakes, dotato in molti punti di una lirica vicina ai Radiohead, capace di raccontare le vite dei giovani napoletani con un approccio universale, un piglio strafottente di fronte a contesti e culture. Un grigiore che terminerà – come raccontato in "Grey Sky" – con uno squarcio di cielo che invaderà tutto e tutti, esploderà nel giallo di un sole che da millenni non si arrende mai, farà sfumare i sentimenti di chi cela tanto da troppo tempo, farà brillare l'immagine di un posto meraviglioso ma stuprato ennesime volte. Un album che sublima le emozioni e frustrazioni di intere generazioni nel vortice di una disillusa quotidianità. Non solo napoletana, ma umana.

………………………………………………………………………………………………….

CONTATTI/CONTACTS///////////////////////////////

info@abulico.com

info@seahorserecordings.com

alessandro@bulbartworks.com

www.abulico.com

www.myspace.com/abulico

www.seahorserecordings.com

maxpetrolio


MaxPetrolio nasce a Napoli nel 1981, figlio d’arte, il padre Giuseppe, fa parte del movimento d’avanguardia napoletano. Cresce in un ambiente culturalmente florido mostrando precocemente un’attitudine alla pittura ed alla scrittura come mezzi privilegiati per esternare tutto ciò che è suggerito dalla sua straordinaria creatività. Sin dalla più tenera età si avvicina all’ascolto di una grande varietà di generi musicali, dalla musica classica al jazz, al blues, dall’acustica all’elettronica, dal rock al pop, dalla musica popolare al metal, al reggae, all’hip hop, alla musica new age, indi etc. Precoce è anche il suo accostarsi al cinema, attraverso la visione dei grandi capolavori della cinematografia straniera e di quella italiana. Tutte le armonie, le scene, le immagini vengono assimilate e accompagnano il giovane Massimo a strutturare la sua personalita’.

Compiuti i suoi studi si diploma con una tesi sulla Shoah che, da allora, diventa tema ricorrente dei suoi lavori.
Precocemente scopre la sua più grande passione, quella che lui stesso definisce “una perdita di suolo”: la chitarra, che inizia a studiare da autodidatta. Approfondisce lo studio dello strumento, oltre che del canto, presso vari chitarristi e cantanti lirici del teatro San Carlo di Napoli, per poi elaborare un suo personalissimo stile sia nell’uso della chitarra che nella modulazione della voce, dedicandosi quotidianamente all’attività di musicista e cantautore.
Si esibisce nelle jam session e in molti Club partenopei e non, scegliendo lo pseudonimo di MaxPETROLIO. Scelta rivelatasi fortemente rappresentativa di tutta la sua arte: “Il petrolio produce energia, ma al contèmpo, inquina la terra e le menti ed è oggi emblema della follia dei popoli e dei potenti che guidano il mondo, ridisegnandone i confini. Non si tratta di una provocazione ma di una mera osservazione della realtà attraverso uno sguardo fanciullesco ma allo stesso tempo consapevole.
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli, si allontana poi dall’ambiente accademico trovandosi inadatto a seguirne gli schemi e comincia da questo momento in poi la sua seria e personale attività anche nell’arte visiva.
E’ fortemente influenzato dall’angosciata trasfigurazione formale e psicologica di Francis Bacon, dal graffitismo “particolarissimo”di Jean Michel Basquiat e dalla ricerca personalissima di Damien Hirst, soprattutto per l’interesse nel campo della medicina e l’industria farmaceutica.


Le date più importanti della mia attività artistica:

anno 2000


• Vincitore come miglior voce e miglior testo musicale al Concorso Panzini “Rock Contest”, Napoli;

• Partecipazione al “CONCERTO DELLA PACE”, in Piazza Del Plebiscito, Napoli – supporter a Carmen Consoli;

• Concerto Live presso il “MALAKIA” Caserta (NA)


anno 2002

• Finalista all’ACCADEMIA di SANREMO, categoria GIOVANI EMERGENTI;

• Finalista - premiato dalla giuria Tecnico-critica, al Concorso Nazionale Multimediale “SPAGHETTIMUSIC” – Pozzuoli (NA);

• Mostra collettiva “100 metri di tela” – Galleria Principe Umberto di Napoli


anno 2003

• Finalista – premio della critica, al Concorso Nazionale “Villaricca Musica Giovane” – 2° edizione, Villaricca (NA);

• Invito alla trasmissione televisiva “PAISIA”, come giovane musicista emergente, presso l’emittente televisiva “TELECOLRE”,di Salerno;


anno 2004

PERFORMANCE, artistico-musicale, cortile Pirozzi – in rassegna “I CORTILI DELL’ARTE”, Villaricca (NA);

Ospite come artista emergente alla Biennale dei Giovani,eseguendo un concerto Live a Villaricca (NA)


anno 2005


• Finalista al Concorso Regionale “Voci Nuove” – Santa Maria Capua Vetere (CE);

Personale di pittura ed Esibizione Live, all’ American Bar “GLASS” Pozzuoli (NA);


anno 2006

Concorso di arte contemporanea – “Città di Villaricca”, nell’ambito della rassegna “I Cortili dell’Arte”, Villaricca (NA);

Mostra collettiva, “ESTETICADELLALEGEREZZA”, associazione culturale “Fabbricaria”, Autidorium di Aversa (CE);

• Nel mese di maggio, presso l’Ass. Culturale “A.L.I.” di Villaricca” presenta il progetto “Tubi Sul Molo” con 8 brani scritti e arrangiati da lui.

• Maggio – Giugno, si esibisce in diretta radiofonica, alla trasmissione “AAA CERCASI CANTAUTORE”, emittente CRC Targato Italia;

• Personale di pittura e concerto Live, accompagnato dal Sax di Vittorio De Angelis, al Caffè Letterario “SLOWLY”, Santa Maria Capua Vetere (CE);

• Ospite all’Evento musicale presso il Comune di Calvizzano (NA);


anno 2007

• Finalista al concorso nazionale “Gran premio della musica Italiana”, a cura della casa discografica “A.R.A.A. Light Record”, Roma;



Concerto al BATIS , Baia 22/4/2007


• Realizza la sua prima grande personale artistica intitolata “IL MIO TEMPO HA UNA PERDITA” presso - LAPARETEARTICONTEMPORANEE – di Napoli, dal 15 marzo al 27 aprile 2007. Vengono esposte 244 opere digitali di piccolo formato stampate su alluminio. Raffigurazioni talvolta ironiche e beffarde, talvolta critiche e assurde che descrivono la realtà attuale, tracce di vita e stati d’animo. L’immagine è spesso accompagnata da espressioni intime o gergali, da illogiche frasi e termini d’invenzione, così come si confà al suo ingenuo sguardo. La scelta del programma “Paint”, con cui le opere vengono realizzate, non è casuale: è il mezzo più versatile e più adatto a rappresentare le sue dinamiche idee che esigono una trasposizione altrettanto rapida.

• Contemporaneamente, dal 19 aprile e per tutto il mese di maggio, altre opere vengono esposte all’interno dello spazio espositivo del teatro sperimentale “Il Pozzo e il Pendolo” di Napoli, personale dal titolo: “TOLEP PER ELEFANTI E NEI”, in occasione della rassegna dedicata all’arte contemporanea dal titolo “Rischiose Abitudini”. Questa volta si tratta di 13 opere dipinte su carta e pannelli in legno di grande formato. Lo stile non è poi così diverso da quello delle opere digitali: il pennello si muove con la stessa foga con cui vengono tracciati i tratti attraverso il mouse e i soggetti, rappresentanti la medesima realtà anche se ora trasfigurata, emergono sempre dalla stessa vorace necessità di espressione. I colori sono più tetri e non manca l’uso di diversi materiali che si mescolano alla plaka. Nell’ambito della rassegna ci saranno appuntamenti settimanali con personali performances pittoriche e sonate acustiche.

Vincitore come cantautore emergente alle selezioni regionali del concorso “Primo Maggio tutto l’anno” dopo l’esecuzione live del 1 Aprile sul palco di P.zza Vanvitelli di Napoli.

Performans live e presentazione del progetto “Tubi Sul Molo”nel Lunge bar nel lounge bar “Batis”, Baia (NA)

Esposizione dal titolo “Seduti mentre l’impiccato ha alterazioni dello stato di veglia” in occasione del Jazz Friends Summer, presso il Nabilah Club, Bacoli (NA) 10 Maggio 2007.

Apertura del Concerto degli “Scugnizzi” a Quarto (Na) 20 Maggio 2007.

Esibizione live per Klaus Haagen in occasione dello spettacolo di beneficenza a favore dell’ Associazione Parkinson “Un’ ora d’arte per una vita d’amore”, 17 Giugno 2007.MaxPetrolio e Marco Zurzolo.

Esibizione live alla “Festa Europea della Musica” Piazza Dante, Napoli., 21 Guigno 2007.

Ospite alla kermesse per il concorso” Miss Kennedy” Vomero (Na) 7 Luglio 2007.

Vincitore nella Categoria speciale, al Concorso internazionale ”Altri Suoni”con il brano”Tubi Sul Molo” tradotto in quattro lingue:Arabo,Spagnolo,Francese,Inglese.

Mostra di alcune opere in Plaka e Digitale, al concerto di Elio e le Storie Tese in Piazza Dante (NA) 14 ottobre .

Performance Musicale nel Club Partenopeo “Eva Luna” presentato da Maurizio Vitello Critico d’Arte e appassionato musicale. Piazza Bellini (NA) 20 ottobre.

Apertura concerto Moltheni. 12 Gennaio Iroko Content Salerno (NA)


Ospite giornata della Memoria alla presentazione dell’opera letteraria di Nico Pirozzi “Fantasmi del Cilento” 23 Gennaio 2008.

Concerto acustico nel club “Eva Luna” in Piazza Bellini (NA), in cui presenta alcuni dei nuovi brani contenuti nel nuovo album “ Discussioni in Farmacia con Animali Abili” con l’uscita prevista per l’anno 2009 e prodotto dall’Etichetta Discografica Indipendente Seahorse Recording.


Dopo varie collaborazioni, oggi sta lavorando per la realizzazione e distribuzione del nuovo, nonché secondo album, “Discussioni in Farmacia con Animali Abili”. Intanto sceglie di esibirsi in performance acustiche accompagnato da una sessione ritmica.


ENGLISH

Massimo Panariello was born in Naples on the fourth of September 1981. His father, Giuseppe, is an artist, a painter who belongs to the Neapolitan avant-garde movements.
Massimo grew up in a culturally rich environment and very soon he showed a strong attitude to all creative arts especially painting, writing, music. In fact he was interested in listening to all different kinds of music: classical, jazz, blues, rock, pop, folk, hip hop, new age. He also enjoyed watching all the masterpieces of the Italian and International Cinematography.
He attends the school of arts of Naples. When he was 16, he starts to sing and play the guitar. He initially takes lessons from various singers and guitar players of the San Carlo theatre in Naples but later he develops a very personal style in singing and playing the guitar. He also begins to write his own songs Massimo assumes the stage-name of “Petrolio” (oil) and starts to exhibit himself in different jam sessions in many Neapolitan clubs. For a short period he also attends the arts academy of Naples he is strongly influenced by artists like Francis Bacon, Jean Michel Basqui at Damien Hirst.
Among the most important moments of his artistic life:

2000

- Panzini “Rock Contest” winner as best voice and text.
Naples
- Participates to the “Concert for the Peace” held in p.zza Plebiscito as a Carmen Consoli supporter.


2002

- He is finalist at Sanremo Music contest in the “Young Section”.

- He is finalist and winner of the review prize at the national multimedia competition “Spaghetti Music” Pozzuoli (NA).

- He participates to the exhibition “100 metri di tela” inside the “Umberto gallery” Naples.

2003

- Finalist and winner of the review prize at the competition “Villaricca Musica Giovani 2° Edition” .

- Participates as a young artist to the TV show “ Paisa “
(Tele Colore TV station) Salerno

2004

- His performance and painting exhibition at the show
“Cortili dell’arte” Villaricca, Naples

2005

- Finalist at the regional competition “New voices” in Santa Maria Capua Vetere (Caserta).

- Exposition of his paintings at American bar “Glass” Pozzuoli (NA).

2006

- Invited to “premio città di Villaricca” show

- Participates to the art show “estetica della leggerezza” Organized by the cultural association “Fabbricaria” Auditorium Aversa (CE).

- He publishes his first demo-CD “a collection of 8 songs titled “tubi sul molo”.The show is held at the cultural club “A.L.I.” and “RAI 3” television is filming the event.

- Partecipates to the radio program “AAA cercasi produttore, giovani cantautori in diretta” ( Radio CRC targato Italia).

- He helds a concert accompanied by the sax player Vittorio de Angeli and performs an exibition of his works at the literary café “Slowly” in Santa Maria Capua Vetere (CE).

- Live performance in Calvizzano (NA).

2007

- Finalist to the “Gran premio della musica Italiana” held by the record company “A.R.A.A. light record” Rome.

- Winner as emerging singer to the regional selections of the competition “primo maggio tutto l’anno” for the live performance held on 15 April 2007 on the stage in piazza Vanvitelli, Naples.


From 15 March to 27 april

- His first important personal exibition titled “my time” has a loss” at the gallery “laparetearticontemporanee”. 244 small-size digital works printed on aluminium. They show the reality sometimes ironical other times absurd and critical. The images are often accompanied by illogical orinvented comments of the artist.


From 19 April to 30 May

- Some other works are shown in the art area of the sperimental theatre” il pozzo e il pendolo” (Naples). The title of this exibition is “Tolep per elefanti e nei” 13 work painted on paper and big wood panels colours and different materials are mixed together.

Massimo changes his stage-name from Petrolio to Maxpetrolio he also plays with a band of young artist.
Maxpetrolio is a poliedric artist who shows interest not only in music, writing, painting but also in digital graffit, art video art and photography.


maxpetrolio "Discussione in farmacia con
animali abili Seahorse" 2008



maxpetrolio"Tubi sul molo"

www.maxpetrolio.it

www.myspace.com/maxpetrol

Jenny's Joke





In una profumata sera di primavera del 2003 nascono i Jenny’s Joke.
Non ci sono inizialmente obiettivi. Solo fare musica per riempire i pochi spazi vuoti delle nostre vite.
Ma gli obiettivi crescono con la crescita del gruppo e nel gennaio del 2004 esce il demo omonimo autoprodotto registrato con Davide Perucchini (fonico Verdena). Il lavoro include 6 brani + 1 ghost track.
Il demo piace molto ed il gruppo è costretto a stampare 450 copie.

Nel maggio del 2005 il gruppo firma un contratto con l’etichetta VideoRadio e ad ottobre dello stesso anno esce il full-leght “Ninth Scene”. Il lavoro include 9 brani. Viene stampato in 500 copie.
L’album riscuote un buon successo di critica e di pubblico.
Nel frattempo i live continuano e si supera la soglia dei 100.

“Ninth Scene” oltre a delle ottime recensioni regala al gruppo degli insperati riconoscimenti, tra i quali:


• Il gruppo viene invitato ad esibirsi live al concorso nazionale Musicalbox di Urbino – anno 2005

• Il gruppo viene selezionato dal concorso nazionale Arezzo Wave – anno 2005

• Premio creatività al MEI di Faenza > etichetta StraniSuoni (www.stranisuoni.it) – anno 2006

• Il brano “Sea Horse” viene incluso nella compilation digitale “I-ndipendente” venduta in esclusiva da I-Tunes e realizzata dalla Edel Records (www.edel.it) – anno 2006

• Il brano “Talking about her ghost” viene incluso nella compilation dell’etichetta milanese Canebagnato (www.canebagnato.com) – anno 2007

• “Ninth scene” viene scelto dalla trasmissione di Radio 1 “Demo” tra le 10 migliori produzioni indipendenti dell’anno – anno 2007


2008

Dopo alcuni mesi dedicati alla composizione dei nuovi brani il gruppo firma un contratto con l’etichetta indipendente Seahorse Recordings di Paolo Messere (www.seahorserecordings.com).
Il gruppo registrerà il nuovo album in agosto/settembre. L’uscita discografica è prevista per i primi mesi del 2009. Le edizioni saranno curate dalla Fridge Italia. La distribuzione e l’ufficio stampa saranno curate dalla Goodfellas. La distribuzione digitale sarà curata da Ioda - Independent Online Distribution Alliance.



Discography:


Jenny's Joke (marzo 2009)

1. Spin Me Round
2. Don't Lay Your Head On My Shoulder
3. From Below
4. Slow Purple Dance
5. Lunar
6. Soft As Breeze
7. New Day Dawning
8. The Freaky Story Of Somebody Else
9. Singing In The Brain
10. The Acrobat
11. Puddles

con la collaborazione di:
- ORIANA VALESI (copertina e grafica)
Registrato e mixato al SEAHORSE RECORDING STUDIO
da Paolo Messere
Produzione SEAHORSE RECORDINGS


Ninth Scene (ottobre 2005)

1. The Trip Song
2. A Pig In The Rain
3. Talking About Her Ghost
4. Girls With Black Hair
5. The Gift
6. The First Song Of The Year
7. Sea Horse
8. Red
9. Ninth Scene
10. Revolver

con la collaborazione di:
- LUCY MANFREDI (violino)
- ALESSANDRO BARBIERI (pianoforte)
- GIANMARIA LAZZARIN (theremin)
- ORIANA VALESI (copertina e grafica)
Registrato e mixato al B3 STUDIO Milano da Ricky Bezzini
Produzione VIDEORADIO


Demo (febbraio 2004)

1. A Pig In The Rain
2. The Gift
3. Tokio Rodeo
4. Talking About Her Ghost
5. Save Me
6. InThe Light
7. Crime (ghost track)

Copertina e grafica JENNY'S JOKE
Rregistrato e mixato al UNDERLAB Lysergic Sound Laboratory
da Davide Perucchini
Produzione JENNY'S JOKE





Next live:

19/01
Pao Club
S. Benedetto del Tronto (AP)
20/01
Rex Cafè
Firenze
21/01
Arteria
Bologna



Reviews:


Asap Fanzine
AudioVideoFoto Bild
Babylonbus
Babylon Magazine
Beat Magazine
Centro Musica CR
The Great Complotto
Eoslab
Erba della Strega
Indie Zone
Lost Highways
Mescalina
Music Boom

Music Zone
Ondalternativa
Outune
Revolving Doors
Rockerilla
Rock Impressions
Saltinaria
Sentire Ascoltare
The Ship Magazine
Whipart



Alternatizine
La Cronaca
Cremona Palloza
Eoslab
Erba della Strega
Esseri Rock
La Provincia
La Voce
Musica Oltranza
Rockit
Sonik Music








29100
Alternatizine
Bombshark
Cantine
Circuito Sonoro
Cremona Palloza
Erba della Strega
Music Extreme
Musica Oltranza
Rockit
Rocknet1
Rocknet2
Shyrec
Sonicbands
Sonic Music
Stillborn










Entourage

ENTOURAGE band attiva dal 2001 - di base un trio : Luciano chitarra/voce - Cesco batteria - Paola basso, interessata ad un certo tipo di rock :sperimentale - energico – ricercato. ENTOURAGE coltiva la passione verso la composizione, come espressione della propria anima , attitudine verso la vita. Importante: la partecipazione al Jestrai Rock Festival del 2004 come band finalista del concorso - la partecipazione ad Arezzo Wave 2006 come band rappresentante Sicilia - e quella nel 2007 alla Salaprove di RockTV . ENTER IN OUR AGE è il nome del primo mini-album-demo di ENTOURAGE (composto da 7 brani) pubblicato il 6 febbraio 2006 - autoprodotto.Nel Febbraio 2008 Entourage firmano per la Seahorse Recording.

Il nuovo nuovo album in uscita inizio 2010 si intitola "PRISMA"

http://win.entouragepark.it



Qesta è un antepri









Nico Greco














Nato in un piccolo paese sulla costa adriatica dell'Italia,Nico Greco è attratto da bambino dalla musica e si appassiona subito,dalla prima chitarra e dal primo disco ricevuti in regalo da suo padre.Incomincia a fare esperienze suonando i suoi dischi preferiti per una radio e più tardi a suonare dal vivo e a dar vita ai primi esperimenti compositivi su di un quattro piste.Intanto cresce la sua passione per il songwriting e per la chitarra che incomincia a suonare all’età di quindici anni.Perfeziona il suo stile,studiando armonia,composizione,improvvisazione e arrangiamento.Da appassionato ascoltatore di musica e collezionista,nel 2001 apre un suo negozio di dischi.In questi anni lavora alla sua musica e nel 2007 produce il suo primo CD "The Parade of the Paper Soldier" firmando un contratto con l'etichetta indie Seahorse Recordings di Paolo Messere.Il CD uscirà nell'aprile 2008.La musica di Nico Greco è una miscela di varie influenze,dalla sensibilità di Elliott Smith e Nick Drake alle dolci ballate di Neil Young e la nostalgica bellezza lirica di Bob Dylan.
Il suo primo disco e' una profonda meditazione sulla vita ed è ricco di immagini e sentimenti.Poi c'è la musica,che lo cattura da quando era bambino,dai primi suoni sentiti uscire da una radio.Molte delle canzoni sono autobiografiche,venute fuori da esperienze personali.I soldati di carta del titolo dell'album,sono quelli che Nico Greco costruiva con le sue mani da piccolo,vicino al fuoco del caminetto della casa di sua nonna,soldati e aerei di carta che dopo il gioco finivano a bruciare nel fuoco.Canzoni di pace,ricordi degli anni passati,sogni paure gioie e dolori.Canzoni che parlano di vita,di amore,del mistero della nascita e della morte,del bisogno di libertà,ma anche della paura del male e della voglia di un sistema più sincero.Musica indie folk rock nella quale si sente un bisogno urgente di esprimere dei sentimenti."The Parade of the Paper Soldier" è un lavoro realizzato in autonomia,pieno di colori caldi,di atmosfere e aperture sognanti,ma anche di momenti ipnotici e psichedelici.

Nico Greco "The Parade of The Paper Soldier" Seahorse 2008

www.myspace.com/nicogreco

Colorblind















Dopo alcuni anni passati suonando in band come STAFF e Crystal Dusk, con le quali hanno aperto concerti in tutta Europa per veri mostri sacri quali Helmet, Toto, Supertramp, Bruce Kulick e aver lavorato con produttori come Dave Richards (Queen, David Bowie…) e Nick Smith (Sting), gli svizzeri fratelli Mudry hanno deciso che il loro futuro sarebbero stati i Colorblind.

Dopo una serie di concerti come duo, Al e Sam hanno cooptato il bassista Blez "Magic" Mab (Layne, Crystal Dusk) e si sono chiusi in studio con produttore Gunt, per registrare il loro primo album “Under a paper Moon” un disco che per la sua incantevole immediatezza avrebbe potuto essere registrato con una semplice chitarra acustica, ma che è invece arricchito dal contributo di numerosi musicisti e amici che hanno suonato tastiere e violoncello, glokenspiel, percussioni, e fiati. Le loro canzoni sono meraviglie pop-folk ad altissimo tasso emozionale che hanno i loro numi tutelari in artisti come Jeff Buckley, Damien Rice e Ryan Adams.

“Under a Paper Moon” esce in Europa per Phenix Records e in Italia per Seahorse Recordings con distribuzione esclusiva Goodfellas.

After a few years playing rock with distorsion in bands like STAFF or Crystal Dusk with whom they play as opening act for rock legends (Helmet, Toto, Supertramp, Bruce Kulick…) in Switzerland, Netherland, Germany, Italy and France because of albums recording by Dave Richards (Queen, David Bowie…) or Nick Smith (Sting), the Mudry brothers decided that their future will be on another road.

They quickly composed a lot of emotionnal folk songs looking towards composers like Jeff Buckley, Damien Rice or Ryan Adams but keeping their own identity.

After a few gigs in duo, they took on board the bass player Blez "Magic" Mab (Layne, Crystal Dusk…) and lock themselves in a studio with producer Gunt, who is doing this for over 15 years with many artists in many styles (Reggae, Rock, Electro, Chanson…).

They recorded an album that could be played only with a guitar. Of course, on the album, they added some contribution from friends as you can hear.

"Under A Paper Moon", the title of the album is indicating that the ban is seek of a society where the only thing that matters is the way you look.









Colorblind "Under a Paper Moon"Seahorse/Phenix Records


Reviews:

............................................................"Under a Paper Moon"...................................................



unmade bed














Gli Unmade Bed nascono come prosecuzione del progetto My Best Friend’s Birthday. Questi ultimi nascono nel novembre 2004 per iniziativa di Lorenzo Gambacorta, già batterista degli Easycure, cover band ufficiale italiana dei Cure. Gambacorta decide di fondare un gruppo che rispecchi le sue tendenze e gusti, dalla psichedelia ‘60ies di gruppi come Pink Floyd, Blossom Toes, Twink, allo Shoegaze dei My Bloody Valentine, al lo-fi pop sghembo di gruppi come Pavement e Further. L’intento che nasce con gli anni, è quello di “fondare” un pop che racconti il sogno e il ricordo, dal punto di vista favolistico e morboso del perenne intrappolato nella “linea d’ombra”, nell’incapacità o involontà di crescere; pop perché mai dimentico della melodia, chiave dell’universalità, ma pop anche nel senso di parola “aperta”, che tutto può voler dire, quindi anche musica in perenne ricerca e movimento. A Gambacorta si uniscono inizialmente Tommaso Trogu al basso e Claudio Gattini alla batteria. Dopo una serie di Demo autoprodotti, nell’estate del 2006 Tommaso Trogu lascia il gruppo. A sostituirlo qualche mese dopo subentra Tommaso Tombelli, che per le sue tendenze e esperienze precedenti porta nel gruppo un gusto molto affine al post-rock di Mogwai, Explosions in the sky, 65 Days Of Static contribuendo in maniera determinante ad allargare le coordinate dello stile del gruppo. Nell’aprile 2007 infine, si unisce finalmente al gruppo il quarto elemento cercato lungamente: Vincenzo Zingaro alle chitarre, synth, tastiere, elettronica ed arrangiamenti orchestrali. Zingaro è reduce da un'esperienza musicale come synthman e fonico per un gruppo pop-sperimentale ("Cpt. Nice") e porta nel sound della compagine influenze che vanno dai Devo ai Doves passando per Radiohead, Einsturzende Neubauten, Kraftwerk, Air e addirittura Lee Morgan; il suo ingresso segna, a sua volta, un cambiamento tale che il gruppo decide di cambiare nome: nascono cosi gli Unmade Bed. Nel settembre 2007, dopo un intenso lavoro di cinque mesi, gli Unmade Bed esordiscono con un EP autoprodotto, il primo ad uscire dalla sfera “privata” data la consapevolezza di aver raggiunto uno stile proprio e unico. A seguito quasi immediatamente, l’incontro con la Seahorse Recordings: gli Unmade bed entreranno in studio di registrazione a luglio 2008 per il primo disco in uscita entro la fine del prossimo anno.



ENGLISH

Unmade Bed was born as follower of "My Best Friend's Birthday" project. "My Best Friend's Birthday" born in November 2004 thanks to Lorenzo Gambacorta who already was drummer for "The Easycure", official Italian "The Cure"'s cover band. Gambacorta decides to create a band that could mirror his own musical influences and tastes, from the '60es psychedelia of bands such as Pink Floyd, Blossom Toes, Twink...to My Bloody Valentine's Shoegaze and Pavement's and Further's weird "lo-fi pop".
The objective, risen up after years, is to create a kind of pop that could evocate dream and remembrance from the "fabulous" point of view of the "shadow's line", a pop that could tale about the impossibility or non-desire to grow up; "pop" because never missing about melody, key to everyone, "pop" even in the meaning of "open word" it has, a word that is capable to say anything also in music were it's translated as "continuous research". The first ones to join Gambacorta's project were Tommaso Trogu at the bass and Claudio Gattini at drums. After few demo-cds, produced in the summer of 2006, Tommaso Trogu leaves the band; some months after this the name of the new bassist is Tommaso Tombelli who, thanks to his previous musical experiences and tastes, brings up in the band some influences that pay tribute to Mogwai, Explosions In The Sky and 65 Days Of Static's "post-rock" helping the band to enlarge and improve its sound horizons.
In April 2007 it's the time of Vincenzo Zingaro, the "so-long-desired" fourth element, that joins the band at guitars, synthesizers, keyboards, electronics and orchestral arrangements. Zingaro is comig from a previous experience as synthman and sound engineer with an experimental-pop band ("Cpt. Nice") and brings in the band musical influences that go from Devo to Doves passing through Radiohead, Einsturzende Neubauten, Kraftwerk, Air and even Lee Morgan; his entrance causes, in his own, a change so strong to lead the band to change its name: so "Unmade Bed" were born. In September 2007, after 5 months of intense work, Unmade Bed release a self-produced EP, the first to exit from the "private sphere" due to the consciousness of having reached a unique and original sound style. "The Narrow Room EP" gains quite immediately interest and "success" and in October 2007 Unmade Bed sign a contract for "Seahorse Recordings". Unmabe Bed will enter the recording studio in July 2008 for their first LP with Seahorse Recordings which will be released for the end of 2008.




www.myspace.com/unbed















Unmade Bed "Loom" Seahorse 2009


Reviews:

................................................................."Loom".................................................................................



Beat Magazine voto 6/10

Ultrasonica voto 4,5/5

Meltin Pot voto 7/10

Saltinaria voto 7/10

Kalporz

Lost Highways

Ondalternativa voto 3,5/4

La Repubblica News

Rumore voto 7/10

Sentire Ascoltare voto 6.6/10

Audiodrome voto 3/5

Rockol

Rock Impressions



Murnau














I Murnau (nome che deriva dal regista tedesco Friedrick Wilhelm Murnau,uno degli esponenti del Espressionismo cinematografico Tedesco) nascono nel Gennaio del 2004 a Reggio Calabria dalle ceneri dei Durden(attivi dal 2000),dopo il pimo demo "Frammenti",nel luglio del 2004 partecipano al Tim tour Rock Tv Contest con il brano "Piccole Increspature"che verrà mandato in onda su Rock Tv;dopo il secondo demo "Come un Fantasma"(2005),attività live,composizioni di brani strumentali per poesie "Premio Nosside"(Centro Studi Bosio) e colonne sonore per documentari locali, registrano il terzo demo "Murnau" (2007) ("In-visible Sound Studio" di Adriano Borrello) che attira l'attenzione della Seahorse Recordings etichetta indipendente Napoletana gestita da Paolo Messere (Ulan Bator,Blessed Child Opera...)con la quale firmano un contratto per la realizzazione del primo cd ufficiale “L’Angelo Memore” in uscita a Gennaio 2008 ,il 22 Marzo 07 aprono il concerto dei Meganoidi al Filorosso a Rende (CS).I Murnau, danno vita nella nuova fase musicale a brani melodici ma non convenzionali dove chitarre reverberate ed eteree, insieme alla forza ritmica e ipnotica di basso e batteria danno vita a suoni avvicinabili all'indie,allo shoegaze e al post-rock mantenendo uno stile personale e ricercato.


ENGLISH

Murnau is a band based on Reggio Calabria (Italy). They was born from the ashes of the Durden (active from 2000).Actually Murnau are performing a not conventional melodic music where reverberate and ethereal guitars, together with the rhythmic and hypnotic strength of bass part and drums are approaching to an indie, post-rock and shoegazing sound, however keeping a personal and researched style.








Murnau"L'Angelo Memore" Seahorse 2008


Reviews:

...............................................................l'Angelo Memore.............................................................


Rockerilla

Nel profondo meriodione d’Italia si cela un gruppo scovato dalla sempre attiva Seahorse Recordings lontano dalle tendenze musicali del momento. Sono i Murnau, vengono da Reggio Calabria e professano un ibrido sonoro a metà strada tra il post-rock e lo shoegaze. Tenendosi alla larga da melodie zuccherine e territori musicali scontati, il quartetto naviga con personalità tra avvolgenti evoluzioni melodiche e gli accattivanti volteggi vocali squisitamente in italiano, insomma non siamo molto distanti dalla proposta stregante degli inglesi iLiKeTRAins, anche se in questa occasione la forte dose di teatralità è sostituita dalle atmosfere eteree proprie dell’ indie di matrice shoegaze. ”L’Angelo Memore” è un lavoro che si guadagna con garbo ed eleganza un posto in prima fila tra le nuove produzioni made in Italy.

Alessandro Bonetti 7/10


IL MUCCHIO

Ricorre la parola shoegaze tra i riferimenti dei calabresi Murnau, attivi dal 2004 e nati dalle ceneri di una precedente formazione chiamata Durden: e in effetti le canzoni di questo loro debutto per i tipi dell’inesausta Seahorse sono abitate da chitarre avvolgenti e nebbiose, le cui rifrazioni brumose sono trattate con grande cura in sede di registrazione. Chitarre che vengono tuttavia messe al servizio di un modello rock cantautorale che potrebbe far venire in mente i Perturbazione o Paolo Benvegnù, riferimento quest’ultimo quasi palpabile nella densa “Lacrime & cenere” e nella conclusiva “Uccidimi a settembre”.
La dualità tra ricerca sonora e scrittura pop, sempre all’interno di un contesto fortemente caratterizzato dalla melodia, rimane tuttavia ancora, nonostante l’apprezzabile tentativo (i testi sono semplici, non banali ma a tratti neppure troppo personali) sbilanciata in favore del suono: a restare maggiormente in memoria sono infatti le lente e dilatate evoluzioni, vicine a scenari post-rock, di “Goccia”, brano strumentale in cui uno struggente piano elettrico imbastisce un fluido dialogo con muri di chitarre rifratte, il ritmo regolare della batteria e la linearità dei giri di basso dal sapore inconfondibilmente new wave, o ancora la più classica delle cavalcate strumentali, “Munter”, solo nel finale integrata da parti vocali. Un’evoluzione non ancora compiuta fino in fondo ma promettente, che ha il suo punto di forza nell’abilità con cui il quartetto riesce a imbastire composizioni convincenti lavorando sugli stati d’animo

Alessandro Besselva Averame

Download Pdf


ONDALTERANTIVA.IT

Disco d’esordio per i Calabresi Murnau, nati nel 2004 dalle ceneri dei Durden e scovati dalla Seahorse Recordings, etichetta indipendente napoletana che ha subito notato le qualità del quartetto. Senza pretese di troppo Claudio Nastasi (voce, chitarre, suoni), Giuseppe Mazzeo (basso), Claudio Laganà (chitarre, suoni) e Francesco Parisi (batteria) si presentano con un lavoro semplice ma denso, privo di banali retoriche ed efficace nelle melodie. Ricco di influenze da ricercarsi fra il cantautorato italiano alla Benvegnù dei giorni nostri (“Lacrime&Cenere”) e un post rock inquieto e funereo (“Il Sentimento di Eva”) l’album si avvale di ipnotici brani melodici (“Goccia”) quasi a far perdere l’orientamento dell’ascoltatore fra riverberi e stratificazioni di chitarre tese. Parti vocali impalpabili e trasognati e atmosfere new wave alla Joy Division danno un impronta forte all’intero lavoro, ricco non solo di parti melodiche efficaci e ben strutturate, ma anche di testi essenziali, quasi ridotti all’osso (nel caso di “Munter”) eppure mai banali, mai forzati, mai per caso. Un disco di essenziale fattura che ci riporta alla ricerca di suoni puri piuttosto che dei tradizionali accordi, che ci accompagna indomito fra le fitte nebbie dei sogni. Nonostante qualche brano non possa permettersi di vantare registrazione e qualità sonora impeccabili, le buone idee e intuizioni riescono a velare bene i piccoli difetti. Un debutto che getta solide e promettenti basi per la band.

Alessandra Sandroni





KDCOBAIN.IT


Vengono da Reggio Calabria e incarnano il vero spirito del post-rock fatto di scenari malinconici e melodie cupe che descrivono sentimenti in maniera profondamente poetica. La cura nel songwriting strumentale esprime perfettamente gli scenari chiaroscuri che i Murnau vogliono rappresentare rifacendosi a band come Black Heart Procession o Explosions In The Sky. "L'angelo Memore" è il debut album della band(tre demo all'attivo) e la crescita creativa si scorge già dalla prima traccia dal titolo "Il sentimento di eva", che apre la strada a otto brani dalla stessa intensità emotiva.Le chitarre riverberate si accompagnano all'incedere di una batteria che scandisce il ritmo di una lenta marcia in brani come "Fragilità" o "Goccia". I suoni dei Murnau ricordano band come Joy Division e For Against. "L'angelo memore" è un disco omogeneo dove regna l'oscurità in un clima nebbioso difficile da posizionare nello spazio e nel tempo. Una pregevole prova di una band già stimata nell'underground italico.


SENTIRE ASCOLTARE.COM


Cosa c’entra un maestro come Friedrick Wilhelm Murnau con un gruppo italiano, di Reggio Calabria, che tenta da 4 anni di sbarcare il lunario attraverso le più disparate esperienze? L’espressionismo: forse la chiave sta tutta in quella corrente. Il loro suono, riconducibile direttamente al movimento tedesco è il legame diretto, il continuo richiamo all’arte del regista tedesco. I Murnau risultano, inutile dirlo, visionari, eterei. Basso ipnotico e suono riverberato di chitarra sospendono a più riprese. Il loro primo disco, pubblicato dalla Seahorse dopo anni di apparizioni dal vivo e demo, suona come commistione tra post-rock e shoegaze ed in fondo era ciò che ci si aspettava. I suoni godono comunque di una discreta personalità, la loro caratterizzazione avviene per merito di una ritmica decisa, importante, di sentori provenienti direttamente dagli anni ’80 e di una voce, per così dire, somma, pontificante. Il cantato in italiano, scelta coraggiosa per un genere col suffisso ”post” davanti, dona sentori da canto gregoriano (Lacrime e cenere e Seta); gli stessi testi sfiorano più e più volte l’apocalittico e il tetro, nonostante non possano vantare picchi lirici o forti tratti identificanti. Il merito principale delle parole risiede però nel perfetto adattamento alla dilatazione delle composizioni, peculiarità che assume il disco nel suo distendersi nei minuti. Un’opera inevitabilmente originale nella sua oscurità e profondità, che riporta in maniera innegabile ai Perturbazione, ai Current 93 o più genericamente al più scuro post rock anni ’90.

Marco Canepari





DA MUSICBOOM.IT

Stefano Ricci

In un mercato ormai saturo di proposte troppo simili fra loro, nelle mani di un’informazione settoriale pilotata e scadente e schiava di un “genocidio culturale” dilagante come peste, le buone realtà musicali, quelle capaci di spingere ad un acquisto che non sia solo marchetta, si son fatte, col tempo, sempre più caduche e sporadiche. Sempre più sottili e distanti. I Murnau, band formatasi nel lontano 2004 ed originaria di Reggio Calabria, sembrano quasi volersi inserire nel filone delle sorprese, delle migliori scoperte, delle melodie non convenzionale in grado di attirare, a più riprese, l’attenzione di un potenziale ascoltatore.
Con tre demo alle spalle, alcuni passaggi catodici su Rock TV nel curriculum, un’attività live non esigua ed un contratto discografico con la Seahorse Recordings di Paolo Messere (grazie per gli Ulan Bator), l’album d’esordio del four act reggino può, a ben vedere, far strabuzzare gli occhi a quanti ancora continuano a cullarsi sulle ceneri degli art – rockers irlandesi che tanto diedero con Loveless. Citazionismo inconvenzionale e derive shoegaze intessute di feedback retrogradi e riverberati, nostalgicamente ancorati agli anni ’80 di William e Jim Reid, si travestono, fin dal primissimo ascolto, come i piedritti fondamentali della proposta melodica messa in atto dalla formazione calabrese, formula che si completa ed “ultimizza” fra le righe lancinanti, quasi ipnotiche, di una combinazione basso – batteria esibita come vera e propria frontiera sonora da cui attingere, a piene mani, le ritmiche portanti delle otto composizioni presentate in questo L’Angelo Memore.
Un debut album fortemente personalistico, improntato sull’originalità, sull’inedita maturazione intima dei propri contenuti e dei propri percorsi, capace di lasciarsi indietro (fortunatamente), in una scia di nebbiolina e polvere, l’ostentato raggiungimento di quel certo voler essere il più “alternativi” possibile tipico del buon 80% delle band Made In Italy (che il buon Agnelli abbia fatto più male che bene al pubblico dei musicisti di casa nostra ?).
A far da corredo ad un’impostazione sonora davvero ben posta e lucida, poi, intervengono un cantato frusciato, stormito, dall’andatura messianica (forse un po’ ripetitivo, alla lunga, nella sua perpetua monotonalità immobile) ed una composizione musicale che sa dilatarsi e farsi leggera (Perturbazione docet) senza interrompersi per, inevitabilmente, colar giù in picchiata e perder quota.
Unica, grande, pecca un missaggio spesso non all’altezza delle aspettative, confuso, caotico, con una batteria per certi versi accostabile, in suono ed accento, alla fantomatica “pentolaia” di Lars Ulrich nell’ultimo St. Anger (e Münter, traccia numero sei, ne costituisce un perfetto esempio).
Difetto pressoché impossibile da oscurare nel mare limpido dei buoni propositi.




BEAT MAGAZINE

“L’angelo memore”, opera prima dei Murnau fa delle atmosfere crepuscolari un vero e proprio cavallo di battaglia. Lo si intuisce sin da Il Sentimento di Eva, brano che apre le macabre danze, dove la voce monotona e clericale, i giri di chitarra shoegaze e altri momenti più post rinverdiscono con successo un filone che non perde fascino con i testi in italiano.
L’elemento psichedelico ritorna per tutto l’album, punteggiato dalla sezione ritmica e sorvolato da melodie che come cavalli scorazzano liberamente in oscure praterie sonore.
Una band dalla forte connotazione sonora ma che attendiamo al varco del secondo album, sicuramente più focalizzato e meno dispersivo.

(G.L.)





PERKELE.IT



Dopo avere pubblicato l'interessante debutto "Supporto colore" dei partenopei Stella Diana, la piccola Seahorse Recordings dà voce ad un altro giovane gruppo italiano che basa le proprie idee e composizioni sulla delicata nostalgia dello shoegaze/dreampop. Che si stia forse, e finalmente, muovendo qualcosa nel genere anche nel nostro paese? "L'angelo memore" (da segnalare l'intrigante copertina) è il debutto dei Murnau, quartetto che strizza l'occhio a certo rock psichedelico cantato in italiano (si odono echi dei mai troppo lodati Karma) imbevendolo in un tessuto sonoro sostenuto da delicati arpeggi da un lato e scroscianti cascate elettriche dall'altro. Le ottime "Fragilità" e "Mùnter" vivono di questi continui contrasti d'umori sonori, trasportando lontano la mente. Altrove, come nell'iniziale "Il sentimento di Eva" e nella conclusiva "Uccidimi a Settembre" sono le atmosfere placide a farla da padrone, accompagnate da liriche che guardano al lato introspettivo dell'animo. Nulla di nuovo ed eccezionale, certo, ma fatto e suonato comunque con gusto. I fan del genere sapranno quindi apprezzare.


KRONIC.IT

I Murnau, dopo essersi messi in luce con la buona riuscita di alcuni demo, tengono pienamente fede al proprio nome – preso in prestito dal regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau - nel loro il primo full-lenght per Seahorse. “L’angelo memore” corre sui binari tipici della soundtrack: sfondi spaziosi, fatti di piani sonori che si sovrappongono con buona sincronia, sui quali hanno pieno campo d’azione le figure primarie, come la voce di Claudio Nastasi – a volte, per la verità, non ancora pienamente sicura dei propri mezzi - e le chitarre avvolgenti dello stesso Nastasi e di Claudio Laganà. Otto brani notturni, densissimi, ipnotici. Suonati con coerenza e un fortissimo piglio espressionista, i pezzi de “L’angelo memore” si susseguono formando un insieme univoco, senza increspature, né sterzate improvvise. Solo nel finale, quando meno te l’aspetti, salta fuori l’accelerazione (“Münter”) che dà lo slancio per completare un ascolto che si stava facendo un po’ troppo monocorde e compassato. L’ultimo brano (“Uccidimi a settembre”) è quello decisivo per far allontanare qualche nube che s’era addensata sul giudizio finale: il gruppo scava in profondità, il basso di Giuseppe Mazzeo vibra, l’area di manovra si allarga, e il cerchio di un buon debutto si chiude a meraviglia. Mancano solo le immagini a fare da contorno ai suoni della band calabrese, ma per quelle può bastare anche la fantasia di chi ha voglia d’ascoltare la musica dei Murnau a occhi chiusi.

www.myspace.com/murnaurc

facebook.com/pages/Murnau/39267487281



So!














-ITA-
I SO! nascono nell' Aprile del 2005. Ognuno dei componenti senza porsi limiti decide di proporre ad ogni prova le caratteristiche principali del proprio stile, sviluppandole ed applicandole alle basi dei generi da loro preferiti. Il tutto porta allo sviluppo di un genere assimilabile al Post Rock delle band di Chicago, ma con tinte davvero personali. Le melodie, le sincopi e le pause fanno da padrone in questa musica. Esplosioni repentine, silenzi distorti e ripartenze immediate si inseguono in maniera altalenante, caratterizzate nel proprio incedere da una speranza rabbiosa e malinconica. La voce è utilizzata minimamente, con cadenze ritmiche e bisbigliate. Nel Luglio 2006 i SO! registrano la loro prima demo "All words and no feelings, make Jack a dull boy". Gennaio 2007: i SO! iniziano la loro collaborazione con SEAHORSE RECORDINGS, etichetta capitanata dall'eclettico Paolo Messere ( Ulan Bator, Blessed Child Opera...). La registrazione del primo disco è fissata per Ottobre 2007 e l'uscita di questo è prevista per Gennaio 2008 ( distribuzione GOODFELLAS).



-ENG- SO! was born in April of 2005. Every member decides to propose his personal style and get influenced by the others. This kind of approach produce a sound similar to the Chicago's post rock bands, but with personal trace. Melody, Sincopations and pauses are the peculiarity of this music. Instantaneouses explosions and silence chase the melody and the run creates a melancholic and furios hope. In July 2006 SO! record their first demo cd ..All words and no feelings, make Jack a dull boy. January 2007: SO! begin their collaboration with SEAHORSE RECORDINGS, an italian indie label conduct by Paolo Messere ( Ulan Bator, Blessed Child Opera). The recording is estimated for October 2007 and the release for January 2008 (GOODFELLAS distribution).










www.myspace.com/sogroup

Reviews:

....................................................................Stolen Time........................................................................








Photobucket

21/01/06 @ EASY RIDER – Teranuova B.ni (AR) ( + tomviolence)

28/01/06 @ GRAVANELLA – Pian di Scò (AR) ( + tomviolence)

11/03/06 @ GRAVANELLA – Pian di Scò (AR)

21/04/06 @ MARLENE PUB- Bucine (AR) (+ Potus)

01/05/06 @ EX MACELLI – Faella (FI)

12/05/06 @ SRA LA MACCHIA – Pontassieve (FI) (+ Potus)

26/05/06 @ BE BOP – Firenze (+ Potus)

03/06/06 @ GRAVANELLA – Pian di Scò (AR)

11/06/06 @ LIVE IN PAF - Ponte alle forche (AR)

17/06/06 @ DON CHISCIOTTE – Vacchereccia (AR) ( + The Sleepers)

25/06/06 @ NE PAS COUVRIR – Bucine (AR)

30/06/06 @ BETA BAR - Terranova B.ni (AR)

01/07/06 @ 12 ORE, GRAVANELLA – Pian di Scò (AR)

21/10/06 @ GRAVANELLA – Pian di Scò (AR)

17/11/06 @ OFFICINA GIOVANI – Prato (+ Satellite Inn)

30/11/06 @ DOUBLE DEUCE – Arezzo

02/12/06 @ HO CHI MINH – Pistoia

07/12/06 @ AMBASCIATA DI MARTE – Firenze ( + Mushrooms)

09/12/06 @ TEATRO – Bucine (AR)

24/02/07 @ FEEDBACK – Foligno (PG) (+ Matta Clast)

10/03/07 @ GRAVANELLA – Pian di Scò (AR) (+ Flip Out)

10/04/07 @ FERMATA 23 – Camposanto (MO) (+ Lebanon + TIOGS)

12/04/07 @ SINISTER NOISE CLUB – Roma (+ Lebanon )

22/04/07 @ VILLAGGIO GLOBALE – Roma (+ Matta Clast + L’Uomo di Vetro)

24/04/07 @ TEATRO – Bucine (+ Amòre)

15/06/07 @ NE PAS COUVRIR – Bucine (AR)

23/06/07 @ NOTTE BIANCA - San Giovanni V.no (AR)

02/07/07 @ CRAYFISH - Prato (+ Dilatazione)

14/07/07 @ EX MACELLI - Faella (AR)

04/09/07 @ PERDONO ART FEST - Montevarchi (AR) (w/Paolo Benvegnù)

30/11/07 @ LIAN CLUB - Roma

08/03/08 @ GRAVANELLA - Presentazione NUOVO ALBUM

14/03/08 @ IL CAINO - Frosinone

15/03/08 @ BIG BANG - Roma

29/03/08 @ MELOS - Pistoia

04/04/08 @ DOUBLE DEUCE "AREZZO WAVE STATION" - Arezzo

05/04/08 @ CRAYFISH - Prato

13/06/08 @ Festival DER SUCHENDE - Avellino

21/06/08 @ BLACK OUT Fest - Prato (w/Verdena)

26/06/08 @ MOD'S Estivo - Montevarchi (AR)

22/10/08 @ capanno blackout - Prato

25/10/08 @ associazione franfresca - Ravenna

04/01/09 @ KAREMASKI Multi Art Lab - Arezzo





Tv Lumière












Lo stile lirico dei TV Lumière può essere considerato
una sorta di poesia minimalista o concettualista, spesso ambientata negli scenari decadenti di fine ‘800-inizio
‘900.
Una depressione ispiratrice diffonde melodie lente
costruite da chitarre pregevolmente curate, arpeggiate,
diffuse e da una linea ritmica ipnotica, morbida e allo stesso tempo incalzante come un assalto di trincea.
Atmosfere dark, umori post rock, echi noise,
stilisticamente vicini a Swans, Sonic Youth e Ulan Bator…


Era l'inverno del 1999 quando da un'idea dei fratelli Federico e Ferruccio Persichini nascevano i TV Lumière.
Il progetto prende vita a Roma con un bassista e un batterista che poi per divergenze artistico-caratteriali lasciano il gruppo...
Trasferitisi nelle campagne umbro-laziali ritrovano Yuri Rosi, il batterista che li accompagnava sin dagli esordi con l'oramai abbandonato progetto "The Clown* Sadness" e al basso arriva Irene Antonelli, ex chitarra e voce delle "Misti¿"
Tornati da un viaggio attraverso la Germania i due contattano Yuri e Irene e si mettono subito al lavoro registrando una serie di demo che procurano loro importanti contatti e così cominciano anche le prime apparizioni live...

Suonano in tutta la penisola, aprono i concerti di Ulan Bator, L'Enfance Rouge, Calla, Trumans Water, Diaframma, Three Second Kiss, The Devastations...

Nell'agosto del 2003 entrano in studio per la realizzazione del primo disco, la produzione artistica è affidata ad Amaury Cambuzat, leader e membro fondatore degli Ulan Bator.
Le registrazioni e i missaggi vengono effettuati in quindici giorni tra Terni e Mezzago (MI) da Amaury Cambuzat e Marco Gaudesi e ad Ottobre, a Milano viene ultimato il mastering da Carlo Ferrara.

Nel Maggio 2005 esce finalmente il disco (dall'omonimo titolo "tv lumière") per "Tele_Noise Art". Il lavoro verrà distribuito dalla "Venus".

Nuovo album in uscita a Febbraio 2008 su SEAHORSE / GOODFELLAS







Tv Lumière "Per Amor dell'Oceano" Seahorse 2008

Reviews:

............................................................Per amor dell'oceano....................................................

ABOUT per amor dell’oceano (2008)

Quartetto di belle speranze, buone qualità tecniche e ottima tendenza ad allontanarsi dall’ovvietà di maniera… Uno stile scuro, denso, dagli aspetti cantautorali che s’ispirano alle grandi figure artistiche del passato, non solo musicale.
I ternani TV Lumière c’invitano con dieci nuovi motivi ed entrare nel loro mondo, a comprenderne quel pensiero così deciso a farsi largo.
“Per amor dell’oceano” si sviluppa attraverso brani dall’intreccio melodico stratificato, lento sì ma in continuo divenire.
di Roberto Paviglianiti KRONIC.IT


A volte la poesia è un’incisione a fuoco sulla nuca, declamata col capo chino e le mani arrese, da un volto senza nome… Anche la musica a volte, ha il sapore del buio e dei ricordi, di visioni d’inconfessabile e oscura replica, senza contorno.
Non è per nulla una proposta di facile ascolto e assimilazione quella di Per Amor dell’Oceano, bisogna concedergli la giusta passione per entrare nelle sue trame e concepire a fondo la sua oscura fragranza e qualità. I TV Lumière, eredi eclettici dei CSI e del rock decadente, discendenti dei Joy Division e dei Sonic Youth, si impongono con esso come band di riferimento del rock sperimentale italiano.
By Gianpaolo D’Errico LOSTHIGHWAYS.IT


…la pasta musicale in cui si immergono le parole è adeguatamente densa e suggestiva, sia che scavi nelle cripte dell’anima (“La voliera”), sia che ci si abbandoni a delicate sfumature e arpeggi post rock (“Milit”). Un passo avanti, comunque la si veda (www.tvlumiere.it).
Alessandro Besselva Averame (FUORI DAL MUCCHIO)


I primi tre brani, forse i migliori del disco, ammantano subito l’atmosfera con note plumbee di piano (“La marcia dei bambini seri”) e accordi crepuscolari di basso e chitarra (“Prima Luce”), per poi sublimarsi in un salmo ieratico dall’incedere ossessivo (“Bagno di violenza”). Sono chiari i riferimenti stilistici al rock d’autore dei Massimo Volume, allo slow-core dei Low e all’ambientazione dark dei Sisters Of Mercy.
di Salvatore Setola (ONDA ROCK)



ABOUT tv lumière s/t (2005)

…un disco cupo e vibrante che ha raccolto diverse recensioni positive anche oltr’alpe (agevolate dalla presenza di Amaury Cambuzat e da alcuni testi in francese) e che si propone come manifesto programmatico per questi alfieri del rock d’avanguardia che hanno tutti i crismi per diventare un’autentica “band di culto”.
di Federico Linossi (ROCKIT)



Disco impegnativo, ma sobrio e ricco di sorprese da scoprire molto, molto lentamente, questo dei Tv Lumière. I quattro propongono un rock cupo e raffinato, di forte impatto emotivo, conducendo l’ascoltatore per atmosfere dilatate, amniotiche e opprimenti, eppure vive e vibranti, immerse in soluzioni assimilabili al primo (e migliore) post rock (quello che pensa ancora ai padri fondatori Slint) _ il tutto - una volta tanto - rielaborato in modo capace ed emozionante anziché semplicemente soporifero…
di Antonio Olivieri (LOVE-LESS)



Canovacci gotici intessuti di spleen e rabbia. Tinte cupe in una penombra erettile. Testi crepuscolari, basso greve, ipnotico, batteria essenziale, sonorità plumbee che esplodono in improvvise deflagrazioni noise (quadrato concentrico e mai dispersivo)... Di Domenico Mungo (RUMORE )



Esordio a sorpresa, esordio che parla di rara trascuratezza voluta, e affascinanti determinazioni sperimentali, esordio con effetto morfologico, con determinazione incompleta, esordio con il brivido del nulla, con la selettività della freschezza.
a cura di Eugenio Nesci (PASSIONE ALTERNATIVA)
Voto:8



"TV Lumiere" è un'opera multiforme, evoluta, toccante. Importante. Da possedere.
Emanuele Tamagnini (NERDS ATTACK)



Un’opera di forte impatto emotivo da ascoltare e scoprire poco per volta. Disco perfetto per l’autunno inoltrato, quando le giornate di luce tendono ad accorciarsi per lasciare il posto alle tenebre invernali. Una bella prova di esordio per il quartetto di Terni. Da tenere d’occhio.
di Alessandro Sonetti (KRONIC.IT)




vi posso dire che siamo a ridosso di un indie rock sano e genuino che si, ha molti riferimenti ai grandi del passato, ma che, allo stesso tempo, sembra brillare di una lue propria che, sicuramente, tornerà ad illuminarci coi suoi raggi .. speriamo in fretta ..
di Matteo Trifirò (MUSICAOLTRANZA.NET)



Vederli dal vivo, con la giusta atmosfera, potrebbe riservare emozioni davvero uniche. In alternativa un ascolto notturno e "meditativo" lascia un feeling tutto particolare.
www.noizeitalia.com



Mai un respiro rassicurante, semmai squarci di chitarre ferrose, mai fuori da quell’atmosfera cupa e triste. Molto vicini ai Velma in questo o agli Swans di “White light from the mouth of infinity”.
Recensore: Emanuele Carbini (KATHODIK.IT)


www.tvlumiere.it
www.myspace.com/tvlumiere


Deny















Una negazione che è scelta introspettiva; un atto di fede per l’espressione artistica; un percorso di ricerca per potersi difendere dalla malattia, ma solo dopo averla conosciuta.
Un crocevia di esperienze artistiche, culturali e musicali disparate, dal blues rurale afroamericano alla psichedelia, dal post punk al noise, passando per l’ avanguardia mitteleuropea.
Un progetto che nasce dalla mente e dall’esperienza comune di 2 giovani musicisti irpini – Luca Bellavita e Mariano Festa - nel 2005, dopo svariate esperienze personali in diversi contesti, e che si sospinge negli anni sorretto dalla sete di sperimentazione, da un bisogno di contatto artistico con la vita, di comunicazione sonora del sentire.
Il progetto tra il 2005 e il 2006 cresce in Irpinia e in Campania. Oltre trenta date, la produzione di un E.P., le collaborazioni con Mic.Rec. e G.A.rage Records; e ancora la partecipazione al MAS fest, ad Audiomi, al Six Day Sonic Madness Lab, condividendo i palchi con …a toys orchestra e Les Fauves. Nel 2007 comincia la collaborazione con Seahorse Recordings, una delle realtà più rappresentative del panorama indie della penisola.
Il primo album “Sharing Ghosts”, distribuito dalla prestigiosa rete Goodfellas, vede la luce nel Dicembre 2007, e va a cercare lo spericolato equilibrio tra caos e narrazione, impulso e progettazione, emotivo e razionale; con la preziosa collaborazione nella produzione artistica di Paolo Messere (Silken Barb, Ulan Bator, Maisie, Blessed Child Opera).


www.denymusic.blogspot.com
www.myspace.com/denymusic









Deny "Sharing ghosts" Seahorse 2007


Reviews:



Sharing Ghosts - recensione su Komakino

A debutto su Seahorse, registrati e mixati da Paolo Messere dei Blessed Child Opera, i Deny, da Avellino, sciorinano pezzi brillanti, volendo anche di scelta inusuale se considerati all'interno del panorama italiano, per quanto poi fuori confine nei canoni del decoro dell'indie noise più rarefatto. L'ottimo pezzo di apertura in crescendo Charles Bonnet Syndrome (echi di prime luminanze e lentezze spleen di Smashing Pumpinks) è il biglietto da visita per ottenere subito rispetto, e la New Songcon la falsa partenza lo-fi apre una catarsi chitarristica vicina ai Sebadoh, - potenziale hit. - L'untitled è il bis adrenalinico del meritato richiamo su palco dopo un concerto di distorsioni che caricano psichedelia melodica. - Trovo qualche ombra di primo latte invece sulle digressioni di Your Smell, Leave Me High, o di Leaves of Grass, che mi fa penare prima di giungere ad un elevatissimo finale, brutalmente sentimentale, che punta alla volta celeste. - Ok, poi c'è l'incursione blueseggiante di Only Love To.., per i primi due minuti avevo pensato di aver cambiato accidentalmente disco, invece poi fa ritorno allo stile delle altre tracce con ottimi inserti di chitarra per poi tradire nuovamente e virare in un'altra direzione, un pò come il finale elettronico della tre puntini '...', quasi una seconda stanza della stessa canzone. - Credo questo Sharing Ghosts sia una meritata introduzione a quello che sarà il prossimo disco, che mi immagino già con un song-writing più ricco, maturo e drammatico. Music @ myspace/denymusic. //



Sharing Ghosts - recensione su Rockline

Recensore:Paolo Bellipanni
Voto: 70/100
Chi si sarebbe mai aspettato da un gruppo alla prima fatica discografica un bel disco d'esordio così ricco di fascino e di luce propria? I Deny, giovane band irpina,ci sono riusciti con Sharing Ghosts, in uscita a Dicembre. Si tratta un album personale ed originale, molto artistico ed intellettuale, psichedelico e supportato da inserti noise e post punk, che molto ricordano la wave inglese degli '80, arrivando alle sottili similitudini con il post rock di stampo USA e l'elettronica europea di questi ultimi anni. Sono principalmente questi i cardini attorno cui i Deny fan girare la propria musica che è una ballerina anarchica e dadaista alla ricerca di profumi e colori che la facciano danzare ancora di più.

Ad aprire il disco ci pensa Charles Bonnet Syndrome con i suoi ritmi e le sue melodie ipnotiche e trascinanti che si trasformano in una perfetta rampa di lancio per la stupenda Leave Me High, un esperimento di raffinato noise/post rock, elegante e incredibilmente introspettivo, come del resto anche la successiva Leaves Of Grass che ruota sempre attorno a ritmi molli e cadenzati e si basa su un riffing quieto ed arpeggiato ma dalla forte carica psichedelica.
Con Only Love To si fa invece un passo indietro fino a giungere alle radici dello psych rock dei '60, in questo caso egregiamente rivisitate in chiave moderna, mentre è con New Song che i Deny danno sfogo alla vena compositiva più rozza e primordiale, si tratta infatti di una canzone dai forti richiami post punk, molto semplice nell'impatto ma decisamente meno intensa nel contenuto. To Love Melancholy (is sexy) è poi la solita scalata psichedelica e distorta, arricchita dalla carica del noise e dal supporto dell'elettronica, presente anche nella conclusiva .... che mette fine al disco coi suoi movimenti robotici e futuristi.
Col passare delle canzoni i Deny mostrano sempre di più una spiccata dote creativa peculiare e molto personale, dovuta ad una visione molto viva della musica vista come approccio primario alla realtà e di conseguenza essa non può non essere una mera espressione delle menti dei ragazzi irpini che continuano a sfornare emozioni senza sosta, passando per stili e correnti diverse, amalgamando suoni e rumori.

Sharing Ghosts è indubbiamente uno dei più interessanti prodotti in ambito sperimentale usciti in questi ultimi anni dalla penisola; i Deny meritano infatti un grande riconoscomento, che è quello di saper essere stati sperimentali e "avantgardistici" senza sbilanciarsi e perdere equilibrio, tessendo una musica rara e personale ma non per questo eccessivamente stramba e inascoltabile. Di certo non si può parlare di capolavoro o di "grande opera rock", ma Sharing Ghosts è sicuramente la partenza migliore che ci si sarebbe aspettati da un gruppo come i Deny che hanno ancora il tempo per incrementare questo spiccato impulso creativo che li renderà senza dubbio uno dei gruppi più di nicchia del panorama underground italico.


Indiepop

(…) autori di un buona psichedelica hard, qualcosa di ben inciso, potente, sfumato e pieno di ghirigori avvolgenti, come dei Soundgarden dell'ultimo disco meno tellurici, più inclini al blues e più diffusivi nella narrazione. La voce è più seducente che potente. Nei cinque minuti e mezzo di "Leave me high" scorre molta acidità, molta consapevolezza della forma e un'accoratezza che richiama indubitabilmente i primi nineties, fra neopsichedelia e grunge (…)
www.indiepop.it/indiepopup.htm




www.denymusic.blogspot.com
www.myspace.com/denymusic


Anewdamage










ANewDamage è un momento coinvolgente che consuma il proprio senso nei pochi minuti di un brano, nessuna verità assoluta, nessuna presa di posizione. Piccolo teatrino sotterraneo che con il suo rumore ridesta per un attimo la provincia che va a dormire alle 8 di sera, per poi rimboccarle la coperta. Nel 2007, anewdamage, prende parte ad una delle più prestigiose manifestazioni italiane: vincitori di AREZZO WAVE CAMPANIA, approda su i palchi di ITALIA WAVE 2007 a Sesto Fiorentino, condividendo lo stage con “a toys orchestra”, “tre allegri ragazzi morti”, “yo yo mundi” e tanti altri. Partecipa, inoltre, nel 2007 all’edizione invernale di Six Days Sonic Madness (Guardia Sanframondi, BN), al FarciSentire (Scisciano, NA), al Mas Fest (Avellino), nel 2006 al Roadie Rock (Casina, RE) e all’Atellana Festival (Succivo, CE) , nel 2005 all’A13 Festival (Caianello, CE). Gli ultimi due eventi appartenenti al circuito M.E.I.
Nel 2006 firma per Seahorse Recordings, etichetta campana di Paolo Messere (ex Ulan Bator, attuale Blessed Child Opera), pubblicando così un anno dopo, nel 2007, il primo album “Bussinessmen Die Getting Bored” distribuito da GoodFellas, edizioni Fridge Italia.









BUSINESSMEN DIE GETTING BORED
2008 – Seahorse Recordings/GoodFellas CD 012


- OUT NOW -

Tracklist:
01. Other tranx of president
02. Iggepra
03. Kandy
04. Karoline
05. Allerkill
06. Distance
07. Traffic
08. Regolo

Recorded and mixed in 2007 at Seahorse Studio in Pozzuoli (Na) by Paolo Messere
Produced by Paolo Messere & Anewdamage
Mastered by Paolo Messere at Seahorse Studio
Artwork by Nicola Mottola for 360design.it

°

AA.VV. POST-ROCK NOTES COMPILATION
2008 – Postrocknotes.com

Tracks (contains 12 tracks)
03. Iggepra

Produced by postrocknotes.com
Artwork by K’dash

°

AA.VV. ROADIE ROCK COMPILATION
2006 – Effetto notte

Tracks (contains 16 tracks)
01. Iggepra (first version)
02. Karo-line (first version)

Produced by Effetto Notte
Artwork by Effetto Notte

°

ANEWDAMAGE
2006 – Selfmade

Tracklist:
01. Iggepra (first version)
02. Iride
03. Karo-line (first version)
04. K’ndy (first version)

Recorded and mixed in 2006 at Zoo Studio in Aversa (Ce)
Produced by Anewdamage
Mastered at Zoo Studio
Artwork by Anewdamage

°

?
2003 – Selfmade

Tracklist:
01. Accidental point (rare)
02. Something Strange (rare)
03. That’s your life (rare)
04. Teardrop (Massive Attack live cover – rare)

Recorded and mixed in 2003 at Zoo Studio in Aversa (Ce)
Produced by Anewdamage
Mastered at Zoo Studio
Artwork by Gennaro Girasole


RUMORE

Elettronica e rock quasi interamente strumentali s’intrecciano per tutto l’album del quartetto casertano, intervallati da voci sfumate ed effettate che paiono arrivare da un altro pianeta. Proprio “Other tranx of president” apre con un ossessivo cantato sul finire del brano, quasi a dire: “Sapete dove siete capitati?”, in un sogno, in un viaggio, così si potrebbe definire. Pezzi a tratti introdotti da suoni alla The Notwist, a tratti alla Blonde Redhead, altri alla Air ma quasi sempre colti da un’irresistibile tentazione di esplodere in un vortice di chitarre, intervallate da fiati che spiazzano, tastiere giocattolose e loop ipnotici, “Kandy” porta invece in se la dolcezza del titolo, pur non dimenticandosi che è scritto con le “k” e non con la “C”. Tutto è scontro ma è uno scontro omogeneo e coerente dall’inizio alla fine. Così come “Regolo” che chiude questo secondo lavoro di “anewdamage” in sordina, morbidamente, malinconicamente, così da far pensare: ” Quando ripartirà questo viaggio?”.

ROCK IT

Debutto curiosamente fuorviante, quello sulla lunga distanza dei campani A New Damage. L’intento giocoso di ricreare una certa elettronica povera rincorre girovagamenti melodici dal sapore post-rock, con qualche concessione al dancefloor. Il retrogusto stantio è fugato dalla chiave di volta, in bilico tra il manierismo e il genialoide fai-da-te, che ci mettono i quattro campani. Le stradine tortuose di qualche (post)chitarrina polverosamente inglese mutano in una gradevole discesa a valle. Disimpegno riflessivo suona male, ma funziona. Ed emoziona, per un istante. Intelligente ma ricreativo? Eppure il disco intrattiene senza fastidiosi vuoti dinamici ma neanche momenti cerebrali da aspirina. Dove le corde sembrano entrare nel vicolo cieco del già sentito, ci appigliamo a un glitch smussato che ogni tanto fa capolino sui ritagli di fondo. Oppure ci affidiamo a qualche incalzante arpeggio proprio azzeccato. Manifesto è la sognante, elettronica e delicata “Distance”, con la voce soffusa di Paolo Messere (Blessed Child Opera). Altrove qua e là si lascia intuire un percorso sonico più vicino sia agli Yuppie Flu che ai Julie’s Haircut meno psichedelici; eppure li apprezziamo quando sono meno contorti e più coraggiosi con la propensione alla sintesi elettrica. Certo, manca quella patina di personalità che darebbe al lavoro un’impressione più coraggiosa. Breve, accessibile pur essendo ragionato e consapevole, “Businessmen die getting bored” è senz’altro un disco piacevole e di sollievo per un momento di crisi caotica verso la prigione rumoristica urbana.

IL MUCCHIO

Chitarre intrecciate, ritmi elettronici, tastiere minimali e sprazzi di voce più o meno trattata: questi gli ingredienti che i campani – di Aversa per la precisione – Anewdamage hanno condensato nel loro debutto per l’attivissima Seahorse, “Businessmen Die Getting Bored”. Un disco assai piacevole e ben costruito che rimanda alle geometrie di certa scuola tedesca agli anni 90 e oltre (un nome su tutti: i sottovalutati Couch) così come a reminescenze (“Allerkill”) di stop and go e chitarre rumorose dalla chiara matrice math rock. Le due anime – tecnologica e chitarristica – si alternano lungo la mezzora del disco, le composizioni sconfinano alternativamente lungo il versante elettronico – “Other Tranx Of President”, con voci che si sovrappongono a ripetere ossessivamente il titolo e la batteria elettronica a smistare pulsazioni di funk glaciale – e quello rock – “Iggepra”, che parte elettronica ma diventa quasi subito un marziale tour de force per chitarre circolari in crescendo e rullate di batteria -, con una “Distance” tutta piano elettrico e abluzioni ambient, la tortoisiana “Traffic” che ad un certo punto si anima e alza i volumi e una particolarmente interessante “Karoline” che butta nella mischia riff angolari e inaspettatamente pop rock, un basso dub che scava in profondità e fiati che aprono gli spazi e iniettano un ottimismo per niente banale senza togliere spazio all’economia del brano, elegante come il disco che lo ospita.

FREAKOUT

Se questi quattro ragazzi aversani, provenissero da Oslo invece che dalla terra della buona mozzarella, probabilmente starebbero già tutti parlando di un disco eccezionale, osannandoli come la next big thing. Un disco armonioso e lieve capace di riscaldare gli animi degli spiriti più inquieti.
Drum machine ed avvolgenti giri di chitarra, dolci visioni di lande gelide che affiorano alla mente, la calma che lentamente diviene rumore, ripetitività, il dolce soffrire delle proprie vite, voci provenienti da altri pianeti ripetono parole all’infinito fino a che diviene impossibile dimenticarle. (Other tranx of President).
Arpeggi caldi che creano un substrato morbido dove i suoni di synth minimali si uniscono agli strumenti convenzionali per dare vita ad una progressiva crescita dell’intensità emotiva, un saliscendi di impeto che culmina in un’esplosione strozzata (Iggepra).
Momenti di calma, di stasi, di quiete, voci languidamente trasposte e sax pacati che stringono il cuore in un fazzoletto di sensazioni gentili e ovattate, un viaggio negli attimi felici dell’essere (Kandy, Karoline). Arrivano momenti in cui l’elettronica spadroneggia, le voci divengono chiare e l’ombra dei Radiohead e Lali Puna si fa viva (Distance), altri in cui il carezzevole disordine arriva all’improvviso senza infastidire, con discrezione assoluta (Traffic).
Chiudono questo splendido e delizioso “Business Man Die Getting Bored” (Seahorse recordings) con “Regolo”, un brano capolavoro, con una splendida sezione fiati che li avvicina ai Jaga Jazzist più melliflui.
Questo disco è cibo per l’anima, capace di risvegliare sensazioni ed emozioni da tempo intorpidite, un album che merita ampio riconoscimento; questi ragazzi di Aversa hanno preso una strada larga e soleggiata verso il giusto riconoscimento, a voi portarli a degna destinazione.

ROCKERILLA

Dopo le prime apparizioni sui palchi che contano è un primo disco datato 2004, la band di Aversa arriva alla prova sulla lunga distanza. “Businessmen die gettino bored” fa seguito all’omonimo EP pubblicato un anno fa cementando coordinate, inclinazioni, sfumature di un sound vivo, sfaccettate, fatto di eccentricità elettroniche sorrette a malapena da sbilenche architetture di chitarre: un circolo ipnotico che non ha bisogno di lasciar troppo spazio alla voce, o alle voci, è un imbuto sonoro dal quale si esce solo dopo qualche pezzo (“Karoline” è una boccata d’aria dopo la rincorsa della coppia “Other tranx of president” e “Iggepra”). Un disco fatto di anime intrecciate, divagazioni, new wave, aperture minimal-electro, chitarre, sovrapposizioni.

VITAMINIC

Gli uomini d’affari muoiono annoiandosi, recita il titolo dell’album di debutto dei casertani Anewdamage, poco più di mezz’ora di post-rock canonico in principio non troppo ardito. La morte per noia è lo stesso genere di morte riservata agli ascoltatori assidui del post-rock privo di inventiva, di quello “dai, cambia accordo”, di quello “siamo troppo vecchi per i Mogwai”. Per sua natura, il post-rock chitarristico non è uno stile tecnicamente innovativo, particolarmente vivace o anche solo con una caratterizzazione emotivo-acustica ben definita. Perché i power chord dopo un po’ stancano l’orecchio e le solite, placide esplosioni sono sempre estremamente prevedibili, dopo dieci (quindici? venti?) anni che si ascoltano le medesime variazioni sul tema. Ad ogni modo, Businessmen Die Getting Bored offre più di un punto di interesse. Con un suono complessivamente disteso e mai troppo denso o graffiante mostra che, almeno nel dosaggio dei costituenti essenziali del “genere”, una certa personalità e un certo stile ci sono. Nei suoi brani disciplinati e molto compatti il quartetto di Aversa dimostra di cogliere il vero significato, ampio ma non troppo, del termine post-rock. In più di una occasione infatti si inseriscono elementi come beat parzialmente sintetici, o tastiere e residui vocali che si amalgamano al resto per formare colori nuovi. Di un certo rilievo la trama sonora di Karoline, con l’aggiunta di una tromba la cui presenza, oltre a modificare l’assetto strumentale dell’intero brano, dona al tutto una consistenza elastica insolita, quasi jazzistica. Non mancano però brani più tradizionali, anche con un certo gusto, come Iggepra o l’interessante Traffic. Gli Anewdamage dovrebbero sviluppare con attenzione, passione e personalità (forse ancora da costruire appieno) gli aspetti più caratteristici del loro esordio. Se e quando lo faranno, saremo felici di riconoscere come elementi di stile quelle che per ora appaiono come interessanti ma forse accidentali deviazioni dal solito percorso.

LIFT

Che le complessità strutturali del post-rock non sempre garantiscano risultati qualitativamente ineccepibili è un dato di fatto.
Sarà forse per questo che gli A New Damage si limitano a prendere in prestito dal genere in questione soltanto gli slanci formali, per unirli alle tinte forti di un noise ragionato, incanalarli in crescendo vorticosi, accostarli ad esuberanze ritmiche robuste, colorarli di chitarre distorte e trattamenti elettronici minimali. L’obiettivo è dar vita a una musica palpitante, in bilico tra basi sintetiche (Iggepra) e suggestioni latine (Mandarancio), toccate e fuga sincopate (Karoline) e dirompenti esplosioni elettriche (Allerkill), rari momenti di stasi (Distance) e aperture pop (Regolo).
In una scaletta che prevede quasi esclusivamente episodi strumentali, c’è spazio anche per qualche concessione al cantato, nello specifico, il mantra di Other Tranx Of President e i toni evocativi della già citata Distance. Corollari di un disco che trova forse nella sintesi e nell’equilibrio generale tra le parti il suo miglior pregio.

FREEQUENCY

Di solito la musica emergente è recepita come un agente patogeno all’interno dell’universo canzone. Ma in questo caso bisogna eccepire. In effetti stride parlare di “canzone” davanti alla musica quasi esclusivamente strumentale degli A new damage, solo di rado sporcata da brevi linee vocali. Musica concepita a blocchi quella del quartetto di Aversa, compartimenti apparentemente stagni capaci invece di dialogare tra loro. Basso e batteria al centro, chitarra a sinistra per conto suo, e l’altra a destra per la tangente, con accordi in disaccordo e cacofonia a iosa. Ritmiche eseguite e concepite secondo una filosofia elettronica, a tratti jazzistiche, inserite in una filosofia musicale scevra da qualsiasi limite ed inibizione.

BEATmag

Il progetto A new damage nasce ad Aversa (Caserta) dal desiderio di creare un momento coinvolgente che consuma il proprio senso nei pochi minuti stessi dei pezzi. E l’ascolto di “Businessmen die gettino bored” ti culla- senza concetto – proprio grazie ad immagini di lande disabitate, paesaggi elettronici, immagini non reali, Oniriche. La mente va a ritroso, verso fotogrammi recenti di Radiohead e Sigur Ros, pur con un calore nuovo ed originale. Tale calore, probabilmente non meditato, rende il quartetto aversano unico e meritevole di ripetuti ascolti. Manca ancora un timbro personale e riconoscibile. Eppure gia il gusto è delineato. Gli strumenti live suonano direttamente per il tuo cuore. Colonne sonore nostalgiche e post-moderne.

ROCK/SHOCK

Cumuli di monnezza, blocchi stradali, emergenza, commissari straordinari. E’ questa l’immagine che, almeno negli ultimi mesi, ha accompagnato la Campania nel resto d’Italia e del mondo. Naturalmente questa terra felix, benché contraddittoria e problematica, racchiude al suo interno anche altro (basta volerlo vedere…) e non è solo spazzatura quella che brucia per le strade di Napoli.
Nei quartieri partenopei, nelle fredde cantine dell’hinterland brucia infatti una straordinaria passione musicale che non si registra in nessun altra zona d’Italia. Un fuoco sacro che non produce letale diossina ma benefiche vampate di piacere e buone speranze.
Catalizzatore, arrangiatore e produttore di questo fermento è Paolo Messere che, grazie alla sua Seahorse Recording, ci regala l’esordio su lungo formato dei AnewDamage, band strumentale dell’entroterra casertano, vincitrice della selezione campana di Arezzo Wave 2007. Cercando di non farci trascinare nel vortice delirante delle classificazioni, la musica proposta dal quartetto composto da Nicola Apicella (basso), Marco Coscione (chitarra e voce), Luigi Esposito (batteria) e Oreste D’Angelo (chitarra & drum machine) propone un rock genuino e vigoroso, venato da caldi accenni lirici alternati a freddi fendenti sinth. Momenti dilatati, liquidi (Kandy, e soprattutto la splendida Distance in cui fanno la loro comparsa gli stessi Blessed Child Opera di Paolo Messere) contrapposti ad altri (Iggepra, Allerkill, Traffic) in cui non si può rimanere fermi ad ascoltare quel wall of sound che ci si riversa addosso.
Si potrà dire che il disco segua percorsi musicali già battuti da altri gruppi, che, seppur innestando piccole gemme di novità, sia in ritardo di qualche anno. Può darsi. Ma se sia post rock pervaso di elettronica o musica elettronica con schitarrate post rock, a noi interessa poco. E’ buona musica, e questo ci basta. E poi chi l’ha detto che originalità sia sempre sinonimo di qualità? Di innovatori, o pseudo tali, soprattutto in questo campo, ce ne sono fin troppi. Godiamoci dunque quest’aria pulita che arriva da sud e pensiamo che non è tutta monnezza quel fuoco che brucia.

IN YOUR EYES

dalla Campania arrivano questi quattro guaglioni, che come i loro compagni di etichetta Deny propongono un rock altro, maggiormente mischiato all’elettronica. Le atmosfere sono ora dilatate, ora claustrofobiche, mai banali. Il loro suono è curato, e i risultati sono migliori, anche rispetto a gruppi più gettonati, ma siamo sempre alle solite, non hanno passaporti anglosassoni, per cui sono inferiori. Dato che ho la speranza che chi legge queste righe non ha pregiudizi di sorta, dategli una possibilità, gli otto pezzi sono lo spaccato di un gruppo che merita. Aspettiamo buone nuove. Se volete, procuratevi il cd e lasciate un commento o voi che entrate.

SENTIRE ASCOLTARE

Che le complessità strutturali del post-rock non sempre garantiscano risultati qualitativamente ineccepibili è un dato di fatto.
Sarà forse per questo che gli A New Damage si limitano a prendere in prestito dal genere in questione soltanto gli slanci formali, per unirli alle tinte forti di un noise ragionato, incanalarli in crescendo vorticosi, accostarli ad esuberanze ritmiche robuste, colorarli di chitarre distorte e trattamenti elettronici minimali. L’obiettivo è dar vita a una musica palpitante, in bilico tra basi sintetiche (Iggepra) e suggestioni latine (Mandarancio), toccate e fuga sincopate (Karoline) e dirompenti esplosioni elettriche (Allerkill), rari momenti di stasi (Distance) e aperture pop (Regolo).
In una scaletta che prevede quasi esclusivamente episodi strumentali, c’è spazio anche per qualche concessione al cantato, nello specifico, il mantra di Other Tranx Of President e i toni evocativi della già citata Distance. Corollari di un disco che trova forse nella sintesi e nell’equilibrio generale tra le parti il suo miglior pregio.

MESCALINA

A new damage sono un gruppo campano che ha alle spalle qualche anno di rodaggio, fra il primo disco, omonimo ed autoprodotto, e questo, uscito per la Seahorse. Bisogna anche sottolineare che nell’ultimo anno la band ha partecipato a parecchi festival tra cui l’Italia Wave con Toys Orchestra e Tre Allegri Ragazzi Morti ed il Six Days Sonic Madness, un realtà che cresce di anno in anno nella zona di Benevento.
“Bussinessmen Die Getting Bored” è un album strumentale, salvo qualche intervento della voce a cura di Luigi Cozzolino (El-ghor) e di Paolo Messere (discografico e Blessed Child Opera).
Il disco è sì strumentale, ma si presenta subito una fluidità notevole: i brani scorrono senza fatica e si posizionano in quel limbo fatto di correttezza formale che lascia all’ascoltatore la possibilità di scelta. Una scelta che riguarda l’approccio, perché “Bussinessmen Die Getting Bored” è un disco che si può lasciar suonare in macchina durante un viaggio o in situazioni che non richiedono attenzione oppure lo si può analizzare scrutandone ciascun brano con sguardo analitico. In entrambi i casi non deluderà: dotato di un respiro piuttosto ampio, parte da subito con una ricerca di impatto che va a buon fine tramite “Other tranx of president”, dotata di una ritmica elettronica ostinata e di un inciso di chitarra distorta e calda.
Due sono gli elementi messi a contatto nel disco: strumenti elettronici e strumenti elettrificati, che i A new Damage tengono in gioco in modo più o meno equilibrato in ogni brano, preferendo la cura specifica del suono piuttosto che una ricerca dell’architettura e dell’arrangiamento del pezzo.
Dall’album emerge una voglia di comunicare con i suoni, lasciando perdere il post-rock del primo disco. Gli A new Damage si affidano al movimento ed infatti la spinta che ricevono i brani è tutt’altro che soporifera: l’impatto è quello di una rock band, che a tratti miscela l’atmosfera più rarefatta dell’elettronica con la dancefloor.
Da ascoltare con particolare attenzione “Distance” e “Traffic” veramente molto ben strutturate e centrate anche sugli strumenti.

ROCKAMBULA

Nuova release targata Seahorse Recordings, altra ottima intuizione del buon vecchio Paolo Messere. I quattro ragazzi casertani, con l’aiuto di sequenser percussonico, basso e chitarra ci propongono un post rock dalle sonorità lisergiche. Si parte con “Other tranx of president Oz”, che ci introduce con il suo basso ipnotico in questo viaggio. La successiva “Iggepra” rimanda alla mente echi di Sigur Rós, molto azzeccata la progressione di chitarra a metà brano. Con “Kandy” si va verso sonorità più pacate grazie ad una chitarra che, perlomeno all’inizio, fa molto indie italiano. “Karoline” ha delle chitarre acide che si poggiano su una struttura molto semplice, bella l’intuizione di aprire alcuni punti della canzone con i fiati. Si prosegue con la ruvida “Allerkill” in cui chitarre nervose si alternano a passaggi più pacati. “Distance” è la classica canzone da ascoltare mentre vedete il paesaggio cambiare dal finestrino treno, il giusto connubio tra digitale ed analogico, la composizione più bella del disco. “Traffic” prende una batteria che va di cassa, uno xilofono ed una chitarra e li mischia come un cocktail, il tutto è finalizzato per andare verso un ritornello che si apre con una batteria stile drum’n'bass con su delle chitarre acide. Il viaggio si conclude, purtroppo, con la calma chitarra di “Regolo”, brano che fa un po’ da sala da decompressione prima di abbandonare l’ascoltatore nella realtà di tutti i giorni.
Un’ottima prova per una band veramente valida ed un disco che resterà parcheggiato a lungo nei vostri lettori.

ROCKLINE

Cimentarsi nel comporre post rock, genere tra i più contraddittori, abusati e malconcepiti di questi ultimi anni, non è mai una cosa semplice, dal momento che la sua scena odierna si sta man mano arenando nella sua baia desolata, trovando parecchie difficoltà nella ricerca di un qualche rinnovamento, di una ventata di aria fresca che possa far dire: “il post rock è ancora vivo”. Se poi il gruppo che ci prova è italiano, senza nulla togliere alle band nostrane, allora i dubbi sorgono ancora più forti di prima, non tanto perchè i musicisti della penisola siano negati o completamente al di fuori di tale musica, ma semplicemente per il fatto che il nostro paese non ha mai avuto una grande tradizione e non è tra i più ferrati in post rock e materia simile, facendo spontaneamente notare che tali gruppi avanzano la loro proposta basandosi su stili già costruiti e maturati di altre band, soprattutto straniere.
Dando un primo ascolto a Businessmen Die Getting Bored dei nostrani aNewDamage questo, come primo aspetto, mi è venuto in mente: musica particolare e ben assortita di sfumature e preziosità, ma fin troppo vincolata ad altri esempi di post rock, 65daysofstatic in primis. Ma mi è bastato un ulteriore ascolto per farmi, più o meno, piacere questo disco perchè, se da una parte non presenta aspetti peculiari e si dimostra nettamente correlato agli stilemi del genere, dall’altra prende e riesce ad emozionare grazie alle fulminanti scariche emotive e atmosferiche che esso riesce a creare.
L’ombra dei 65daysofstatic si fa viva sin dall’inizio del lavoro: l’opener Other Tranx Of President procede infatti sulla solidità degli elettronici beat ritmici che fanno da tappeto a chitarre ora soffuse ora imponenti e massicce nell’insieme, facendo si che il brano risulti tra i migliori, se non il migliore, per la sua forte carica emotiva che riesce, anche se non del tutto, a spazzare gli aloni di plagio e di scopiazzatura che l’ascoltatore immediatamente si ritrova di fronte. Altro gran pezzo di Businessmen Die Getting Bored è Karoline, forse ancora più ancorato dell’opener a sonorità post rock d’oltreoceano ma allo stesso tempo splendente di luce propria, grazie ad un ensamble strumentale vareigato (ottimi gli inserti trombettistici) e fluido, caratteristica che (peccato) si perde lentamente, non tanto per una mancanza di emozioni e atmosfere, ma per un troppo palese accostamento al lato elettronico del post rock moderno. Tutte le canzoni, da Iggepra a Kandy, da Allerkill a Traffic e Regolo ripropongono sempre la stessa miscela compositiva fatta di chitarre slegate dalla plettrata veloce, beat elettronici e altri particolari di contorno che riescono paradossalmente a risultare noiosi, ripetitivi e prevedibili nonostante la loro peculiarità formale.
Se non si considera Distance, interessantissimo brano elettronico dall’atmosfera cupa e rarefatta, Businessmen Die Getting Bored corre verso la sua meta senza accelerazioni nè brusche stoppate, formulando nella prima parte uno standard compositivo che verrà per tutta la sua durata ripetuto, senza troppi cambiamenti e senza sterzate strumentali. L’arrangiamento del disco è ottimo, fluido e incredibilmente scorrevole, ma il registro che vi è alla base pecca di staticità e incapacità di cambiare, anche minimamente, rotta.

INDIEZONE

Signore e signori, fate un bell’ applauso al redivivo POST ROCK! Ascoltando gli A new damage mi sembra di tornare indietro di qualche anno, quando sull’onda italiana dei Giardini di Mirò cominciavano a scoprirsi nuove realtà, presto sepolte nel dimenticatoio dell’indie rock. Cosa ci lasciano in più gli A new damage? Non molto sinceramente, lo stile è quello, atmosfere dilatate, voci assenti, distorsioni a manetta. Davvero bella la open track, tirata e coinvolgente, poi i ragazzi si adagiano un po’ troppo e ci fanno arrivare alla fine del disco senza dirci molto. Bravi…ma con cinque anni di ritardo.

DIRADIO

Se non si trattasse di un bel disco, si potrebbe dire che l’intuizione migliore Anewdamage l’hanno avuta con la scelta del titolo del cd, veramente ficcante ed amaramente realistico. Si tratta comunque di un buon lavoro sulla scia di quel postrock strumentale che ormai possiamo ben dire aver fatto scuola anche tra le fila, sempre più prolifiche e, quel che più conta, creative, del sottobosco underground del bel
paese. Il genere in questione è poi screziato, in questo caso, da lievi sporcizie glitch, per un uso discreto e misurato dell’elettronica. Non sarà innovativo al cento per cento, ma questo cd è ben prodotto, suonato e denota una statura, una maturità non indifferenti, di livello internazionale.

THE HOLY HOUR

Primo lavoro discografico degli A New Damage, band dell’ agro aversano, attiva ormai da sette anni. Lasciando da parte i trascorsi grunge e post-rock “canonico” (vedi intervista) gli AND propongono un indie rock dai suoni morbidi e contaminato da una buona dose di innovazione. L’elettronica è persistente, l’utilizzo di synth, drum machine e chi più ne ha più ne metta ha dato una nuova corposità al suono, già questo corposo e rotondo, dei quattro di Aversa. Un disco fortemente emotivo quanto accattivante.

Bellissime le chitarre sia nei soffici fraseggi, sia nel noise accelerato e distorto…che si può ricollegare ai loro inizi. Le batterie si incastrano perfettamente con i tempi dance inseriti nei brani. Il tutto finalizzato dalla corposità del basso che ottimizza il lavoro. Sono otto tracce in tutto. Apre il disco la bellissima “Other Tranx Of President”, un inizio deciso. Sale pian piano fino ad esplodere in un cantato ripetitivo e paranoico tenuto fra un fantastico tappeto di distorsioni e drum machine. Bella anche la nuova versione di “Iggepra” esempio perfetto di come può maturare un brano nel tempo…e di come alcune aggiunte possano regalare al pezzo nuova luce. Ovazione anche per “Allerkill” forse il pezzo più “suonato” dei quattro. Infatti, per chi come me li ascolta da tempo, non può non rimpiangere un po’ i vecchi AND ai tempi del “Turbinio di chitarre”. Periodo in cui erano sicuramente meno contaminati e più puri. Ma il fattore crescita è fondamentale. Ed è fondamentale soprattutto non fossilizzarsi (come a volte mi capita) su di un genere o un sound e morirci dentro…c’è tanto da dire.

ONDA ALTERNATIVA

“A New Damage” così prende il nome di questa band nata circa 4 anni fa’, nella regione della campania , formata da Nicola Apicella, Marco Concione, Luigi Esposito e Oreste D’Angelo.
Inzialmente nel 2004 il gruppo campano esce fuori con un disco completamente autoprodotto dal titolo ” ? ” , con sonorità che percorrono la linea del grunge alternative.
Dopo questo capitolo si rimettono a lavoro cambiando decisamente il loro progetto, che si diffonde con l’intento di trasmettere e cercare di creare qualcosa di coinvolgente attraverso l’essenza dei soli suoni, melodici che accompagnano quasi lo scorrere di un giorno che volge al fine .Cosi nel 2006 esce l’EP “Anewdamage” completamente strumentale composto da 5 tracce,distribuendo ben 500 copie.
Il nuovo disco che invece ci presentano è “Businessmen die getting bored” un disco composto da 8 brani una formula chimica musicale direi ,di un post- rock da suoni docili e decisi, che si mescola a dolci melodie strumentali che rinfrescano l’ambiente, per poi tornare pian piano in risalire senza mai far diventare i pezzi monotoni. Il disco è di buon andamento e il ritmo che dà è piacevole all’ascolto. Benché gran parte dei pezzi sia strumentale , la presenza della voce subentra poche volte ma i pezzi sono di buona fattura, e anche senza l’aiuto vocale trasmettono buone sensazioni.

Che aggiungere d’altro , un cd buono, fatto bene con suoni coinvolgenti;direi proprio che il bello di questo disco è anche ciò che secondo me lo contraddice,la semi assenza di pezzi vocali che a mio parere con l’aiuto di testi inseriti in questo progetto musicale, lo renderebbero ancor più concreto.